Fanno discutere i provvedimenti di Trenitalia che hanno soppresso i biglietti chilometrici e ridotto la durata della validità dei biglietti regionali alla giornata di emissione e a sole quattro ore se il biglietto viene acquistato on line. Si tratta di una stretta per ridurre l’elusione del pagamento del biglietto, ma scarica anche un costo sull’utenza.
L’obiettivo è di evitare che i biglietti non vidimati, con la giustificazione delle validatrici rotte, vengano utilizzati più volte. Naturalmente, spesso le validatrici vengono rotte appositamente.
La scelta è quindi di passare alla bigliettazione elettronica, come avviene in tutta Europa. Il risparmio potenziale dovuto all’eliminazione delle validatrici è di 2000 euro per ogni macchina, più i costi di manutenzione.
In Italia non dovrebbero essere meno di 10.000, quindi se hanno una durata non superiore a 5 anni, il risparmio solo per l’hardware dovrebbe aggirarsi sui 4 milioni l’anno più la manutenzione. A questo risparmio si aggiunge la potenziale riduzione dell’evasione, che sui treni regionali non dovrebbe essere inferiore all’8%, pari a oltre 200 milioni di margini di recupero.
Ricordiamo, tuttavia, che al di sopra dei 55 anni circa la metà delle persone non usano internet e per questi utenti l’acquisto dei biglietti dei treni regionali crea un oggettivo disagio. Sorge un quesito: perché dare trattamento sfavorevole in termini di durata della validità ai biglietti elettronici? Bisognerebbe incentivare questo canale, renderlo più conveniente in termini di prezzo creare, meccanismi di fidelizzazione: la sua adozione, come abbiamo visto, comporta risparmi ingenti per Trenitalia.
Inoltre, dal momento che il sistema ferroviario ha avuto ed ha ancora una funzione centrale nel progresso sociale e perfino nella diffusione di indispensabili modelli educativi, Trenitalia dovrebbe potenziare, nelle maggiori stazioni, l’infrastruttura della rete mobile per assicurare migliori connessioni ai suoi clienti che, come abbiamo visto, sta spingendo alla scelta del biglietto digitale.
Non lo deve fare con proprie risorse, ma concordando un programma di investimenti dei Tower Operator, rispetto ai quali il Gruppo FS potrebbe svolgere un ruolo di stimolo e di facilitatore attivando, oltre a Trenitalia, Grandi Stazioni e 100 Stazioni.
Starà a questi farsi ripagare l’investimento da parte degli operatori. Il potenziamento dell’infrastruttura mobile non solo renderebbe meno oneroso il passaggio al biglietto digitale, ma contribuirebbe allo sviluppo degli investimenti in sicurezza, questi sì che sarebbero a carico del gruppo FS. Un tema dove l’arretratezza della situazione nel nostro paese è particolarmente evidente e dove occorre agire subito: con determinazione il Gruppo FS dovrebbe farsene promotore.