I social media hanno profondamente cambiato il modo di cercare lavoro, dando più potere al personal branding. Secondo un recente sondaggio di Harris, il 45% dei datori di lavoro utilizzano le reti sociali per vagliare i potenziali candidati e il 35% di essi, hanno deciso di non offrire un lavoro basandosi sui risultati dei controlli dei candidati sui social media.
Partendo dall’analisi del fenomeno il Career Office dell’Università Internazionale di Monaco (Gruppo Inseec) ha stilato il decalogo utile per “cacciare” lavoro sui social media. La prima azione vincente riguarda il brand di se stessi. Le persone a caccia di lavoro devono considerare il proprio "profilo" come un prodotto che deve essere lanciato su un mercato specifico (mercato del lavoro) con una conoscenza approfondita degli obiettivi (aziende e posti da occupare). Nell’approccio tradizionale, il ruolo delle persone in cerca di lavoro e dei datori di lavoro sono chiaramente definiti: colui che cerca un lavoro deve identificare opportunità e offerte e regolare la propria strategia di "self marketing", basata sul curriculum vitae, la lettera di accompagnamento e le referenze.
“I social media sono prima di tutto comunità basate sulla condivisione di interessi comuni, di conseguenza tutti sono potenzialmente e contemporaneamente datori di lavoro, clienti, fornitori -spiega Sophie de Lorenzo, direttrice del Servizio Carriere e Corporate Relations all’Università Internazionale di Monaco – Bisogna creare il proprio profilo online, come si costruisce un brand: è necessario creare un un’immagine professionale coerente e con una visione sul lungo termine, tenendo presente la propria community target”.
Un marchio però non deve generare la confusione nei messaggi che veicola, l’identità confusa è una delle peggiori minacce di un brand. La regola è quindi quella di evitare la confusione nei "ruoli" che si possono avere nelle diverse comunità, e nella creazione di identità diverse. Nelle comunità professionali e le discussioni di gruppo si è l esperto friendly, che fornisce contenuti e dà pareri: come per i colloqui di lavoro, bisogna ascoltare attentamente, non essere troppo critici o censori, scrivere le risposte sulla base dei fatti e non dei sentimenti, e invitare le persone per discussioni "off line" in una seconda fase.
Altra azione è quella di creare un mix tra strategia tradizionale di networking con quella digitale. Occorre dunque invitare sistematicamente tutte le persone che si conoscono o che si sono incontrate nelle e-reti e controllare i contatti che si hanno in comune ed anche i profili in relazione con i nuovi contatti: se si aggiungono 5 nuovi contatti alla settimana, ciò significa che potenzialmente si potranno avere 20 o più contatti sulla propria piattaforma di networking ogni settimana.
Infine bisogna contattare le persone direttamente: è lecito inviare messaggi a qualcuno che non si è mai incontrato, ma non bisogna approcciarsi direttamente per un posto di lavoro, il principio del networking sul web è quello di sviluppare un approccio “dare per avere”.
“Avere una strategia mirata per i social media è fondamentale anche per i job seekers internazionali – conclude de Lorenzo – ma non bisogna rinunciare alla ricerca di lavoro tradizionale e occorre approfittare delle trasferte aziendali e partecipare alle job fairs regolarmente, per non perdere nessuna potenziale opportunità”.