Trump fa marcia indietro su Zte. Dopo che il Dipartimento al Commercio Usa ha vietato le forniture da parte delle imprese americane, il presidente corre in soccorso del gigante delle telefonia cinese. L’annuncio via Twitter. “Io e il presidente Xi – scrive Trump – stiamo lavorando insieme per garantire a Zte un modo per tornare velocemente alla sua attività. Troppi posti di lavoro si stanno perdendo in Cina”, spiegando di aver già dato indicazione al Dipartimento del Commercio.
Zte era stata messa al bando con l’accusa di aver violato le sanzioni imposte dagli Usa contro l’Iran, continuando a spedire illegalmente beni e tecnologie nel regime di Teheran.
Da Pechino arriva il plauso alla decisione della Casa Bianca . “Applaudiamo l’atteggiamento positivo degli Stati Uniti nei confronti di Zte e restiamo in stretta comunicazione con loro”, ha detto Lu Kang, portavoce della diplomazia cinese.
Il governo cinese, in occasione degli incontri commerciali, aveva chiesto agli Usa di ridurre le sanzioni su Zte. Sanzioni che avrebbero avuto impatto negativo anche per i produttori americani di componenti ottici: solo nel 2017 Zte ha comprato dai 211 fornitori americani beni e servizi per 2,3 miliardi di dollari. Tra le aziende statunitensi che intrattengono rapporti commerciali con Zte ci sono nomi del calibro di Qualcomm, Intel e Alphabet. Si stima che le imprese americane forniscano dal 25% al 30% dei componenti utilizzati nelle apparecchiature di Zte.
La stampa cinese, pur apprezzando la marcia indietro, avverte i partner commerciali stranieri degli Usa. “Il caso di Zte serve come messaggio al mondo esterno e alle aziende internazionali, che ora corrono il rischio di essere punite dagli Stati Uniti per piccole dispute, senza avere la possibilità di difendersi”, scrive il tabloid Global Times. “Mettere in atto le sanzioni contro Zte costituirà inevitabilmente un duro colpo al mercato industriale globale. Non c’è praticamente nessun altro gruppo delle dimensioni di Zte che si affida a parti prodotte negli Usa, e le compagnie statunitensi hanno beneficiato di questa catena di rifornimenti globalizzata”, prosegue l’editoriale. “La decisione del presidente Trump non poteva arrivare in un momento migliore”, conclude il Global Times, che chiede che alle parole seguano i fatti e che la decisione di Trump “non sia soltanto un’altra carta in gioco”.
Con tutta probabilità la decisione i rapporti tra le due super-potenze che nelle ultime settimane si erano sfidato a colpi di dazi, alimentano il timore che una guerra commerciale a lungo termine potesse danneggiare la supply chain globale nonché i piani di investimento delle imprese.
Nei giorni scorsi Zte era stata costretta a rassicurare circa le attività in Italia. “In questi giorni alcuni rumor di stampa hanno riferito che Zte Italia ha interrotto le proprie attività globali a seguito del Ban emesso dagli Stati Uniti, ma tengo a chiarire e ad informare che si tratta di un’interpretazione errata delle dichiarazioni emesse da Zte in data 9 maggio (il manager si riferisce all’articolo pubblicato da Reuters) e che l’azienda sta comunque continuando, e continuerà, ad eseguire le proprie attività”, puntualizzava il ceo di Zte Italia Hu Kun rassicurando che Zte continuerà ad operare “sia per dimostrare la serietà e correttezza del nostro Gruppo e sia per soddisfare le aspettative dei nostri clienti e dei nostri partner, che sono centinaia in Italia e che con fiducia lavorano insieme a noi”.