CIO VISION

Tubertini (Coop): “Con l’IT più vantaggi per i soci”

Il Cio: “Entro l’anno avvieremo la migrazione su cloud degli strumenti di produttività individuale”

Pubblicato il 03 Lug 2012

Da soli nove mesi nel ruolo di Direttore Sistemi Informativi e Innovazione Tecnologica di Coop Italia, Gabriele Tubertini, un passato in Accenture, Granarolo e Rsa Sun Insurance Office, ammette di avere trovato un ambiente “davvero articolato e stimolante” con punte di eccellenza e opportunità di sviluppo, a partire dall’ipotesi innovativa di portare in cloud gli strumenti di produttività individuale.
Quale perimetro hanno Coop Italia e i sistemi IT?
Il mondo di Coop è un consorzio di oltre 130 cooperative, nove delle quali sviluppano oltre l’80% del fatturato totale. Oltre alla gestione del brand, Coop Italia si occupa di quattro principali attività: svolge la funzione di centrale d’acquisto e marketing per i prodotti food e grocery stipulando gli accordi con i fornitori nazionali; coordina l’attività di supply chain per i prodotti delle categorie “non food”, gestendo le piattaforme logistiche di Prato e Faenza; cura lo sviluppo dei prodotti a marchio Coop, arrivati a oltre 1.600 referenze; gestisce infine i servizi di telefonia mobile dell’operatore virtuale Coop Voce. L’IT abilita questi quattro scenari di business che impiegano circa 800 persone, suddivise tra Coop Italia e il Consorzio Nazionale Non alimentare (Cnna).
A cosa serve l’informatica in Coop?
Principalmente a gestire processi complessi che generano un’enorme mole di informazioni, l’analisi delle quali diviene ogni giorno più profonda e dettagliata. L’Ict cerca di rispondere con infrastrutture in grado di raccogliere i dati in tempi brevi, strutturarli e quindi renderli disponibili ai business manager.
L’area più tecnologica è però quella della telefonia mobile…
Sì. Senza tecnologia non ci sarebbe Coop Voce: nella telefonia mobile non c’è la fisicità del prodotto e la corretta gestione delle informazioni in tempo reale, i piani tariffari, il credito e i consumi, è l’essenza del business. La soluzione adottata è una delle migliori nel segmento delle tecnologie per operatori virtuali, l’evoluzione della piattaforma è garantito dall’IT di Coop Italia e dal team di Coop Voce che da anni collaborano con Ntt Data che la gestisce in full outsourcing.
State investendo su questo fronte?
Sì, stiamo puntando sull’infrastruttura e sulle competenze per essere sempre più competitivi e veloci nel portare vantaggi ai soci. Alla fine Coop è una loro proprietà. L’obiettivo sono servizi di qualità a prezzi vantaggiosi per clienti che fanno un uso “normale” del cellulare, senza per esempio avere forti necessità di roaming internazionale. Su questa fascia di utenti possiamo davvero essere competitivi in termini di piani tariffari e promozioni.
Rispetto all’informatica aziendale quale area state sviluppando?
L’area commerciale è prioritaria: abbiamo necessità di razionalizzare i processi di negoziazione e definizione degli accordi con i fornitori, ma vogliamo fare passi avanti anche nella gestione dei prodotti a marchio, dove esiste già un portale che consente la collaborazione tra Coop e fornitori. Finora abbiamo investito sui processi di back-end. In futuro guardiamo alla possibilità di dotare gli operatori che fanno controlli sul territorio di nuove soluzioni di mobility.
Qual è la filosofia Coop in tema di virtualizzazione?
Si può dire che l’azienda in passato abbia virtualizzato anche i sistemisti: più di così non si può! Tutto il mondo dei server Nt è virtualizzato ed è diffuso anche l’accesso ai client via terminal server, una soluzione che facilita lo sviluppo del software da parte di fornitori esterni.
Avete molti applicativi customizzati?
Quasi tutto è custom.
Anche la parte amministrativa?
Tranne la Contabilità Generale, sì, le soluzioni package non sono molto amate in Coop Italia. La dotazione strumentale è comunque buona. Ho trovato, invece, una situazione meno matura sul fronte degli strumenti di collaboration: non abbiamo una vera e propria Intranet, soltanto una “bacheca” su Lotus Domino.
Vi servirebbe una nuova Intranet?
Se fatta bene sì, sarebbe utilissima, non tanto sotto il profilo delle tecnologie, ma per creare nuova cultura aziendale, spirito di gruppo, standardizzazione e condividere la conoscenza aziendale. Deve essere, però, un progetto che parte dall’azienda per l’azienda e non un’iniziativa meramente tecnologica. Come IT stiamo lavorando per creare i presupposti, guardando al cloud.Entro il 2012 avvieremo la migrazione sul cloud dei servizi di posta, agenda e presence. È tutto pronto, manca soltanto il via libera del nostro ufficio legale.
Ancora pochi hanno scelto questa strada…
È vero, il cloud fa un po’ paura perché significa la riduzione dei data center in house e crea ansie sul controllo dei dati. Scegliendo, però, strumenti consolidati e partner di primo livello la “nuvola” offre grandi opportunità. Per servizi come e-mail, calendar e presence il cloud diventerà presto una commodity. Coop Italia ha la necessità immediata di cambiare per soddisfare gli utenti interni e possiamo sfruttare da subito il cloud anziché investire ancora in soluzioni “on premise”.
Avete comunque investito di recente su nuovi data center…
Sì, nel 2010, in concomitanza con la realizzazione della nuova piattaforma “Non Food” di Prato che ha portato al trasferimento del Data Centre da Sesto Fiorentino a Prato dove ora sono presenti due nodi collegati in fibra che consentono la replica a caldo dei servizi critici.
Avete avuto conseguenze legate al recente terremoto?
No, le due sedi di Casalecchio di Reno e di Prato non hanno subito danni. L’evento, però, ci ha fatto riflettere sulla necessità di rinforzare i piani di business continuity e disaster recovery: al sistema centrale accedono in definitiva tutte le Coop italiane per la gestione dell’unica anagrafica prodotti e altri processi delicati per il business.
Gli obiettivi di budget per il 2012?
Migliorare l’efficacia, facendo efficienza. In primo luogo intervenendo sul processo di gestione degli sviluppi custom. Di recente abbiamo rivisto l’organizzazione della Direzione IT introducendo processi di demand e service management che consentono il tracking strutturato delle richieste di interventi IT che provengono dal business. Il demand manager è una funzione nuova che ha un obiettivo molto sfidante: rendere gli utenti sempre più consapevoli del fatto che ogni richiesta di evoluzione applicativa deve essere giustificata da una sostenibilità economica.

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