Wikileaks in tackle sul partito turco di governo. L’organizzazione ha pubblicato in Rete quasi 300mila e-mail e migliaia di attachment inviati da 762 indirizzi riconducibili al Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (Akp), guidato dall’attuale presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan. Con un post su Twitter è stato reso accessibile un database online, poi bloccato da Ankara, contenenti messaggi inviati dagli indirizzi riconducibili al dominio akparti.org.tr dell’Akp.
Come spiegato da Wikileaks sul proprio sito Internet, le comunicazioni pubblicate sono state usate soprattutto per comunicare con l’esterno e non per questioni interne sensibili. Il messaggio più recente è stato inviato il 6 luglio, mentre i primi risalgono al 2010. Il materiale è stato ottenuto una settimana prima del tentato colpo di Stato del 15 luglio in Turchia, ha spiegato WikiLeaks, precisando di aver verificato il materiale e la fonte. La fonte di WikiLeaks, ha spiegato l’organizzazione, non è in alcun modo legata a “elementi coinvolti nel tentato colpo di stato, né a partiti politici o Stati rivali” al governo di Ankara. Difficile che il materiale pubblicato arrivi nelle mani dei cittadini turchi, visto l’alto livello di censura scattato nelle ore del colpo di Stato e proseguito anche negli ultimi giorni.
Wikileaks ha anche reso noto di aver registrato vari attacchi DDoS (Distributed denial of service) dovute probabilmente, sostiene l’organizzazione, alla pubblicazione delle mail dell’Akp. L’organizzazione fondata da Julian Assange sarebbe ancora sotto attacco e secondo Wikileaks si tratterebbe di offensive “fazioni del potere statale turco o suoi alleati”.