Se l’offerta turistica italiana fosse più digitalizzata il risultato sulle presenze nel Paese di turisti straniere sarebbe tangibile, e arriverebbe a portare nel nostro paese due milioni di turisti in più. E’ la conclusione a cui giunge l’ultima report di Bem Research, “L’offerta turistica italiana: carenze e opportunità nell’era digitale”.
Se si riuscisse a colmare il gap digitale con le altre mete turistiche, sottolinea l’istituto di ricerca, l’Italia potrebbe incrementare il numero di visitatori dall’estero e i relativi introiti economici. Per farlo è necessario promuovere online percorsi di viaggio innovativi, ma è indispensabile adeguare l’offerta digitale e sfruttare i big data per prevedere i flussi turistici.
“Per conoscere quali saranno i turisti che arriveranno nel nostro Paese – afferma Carlo Milani, direttore di Bem Research – già oggi è possibile attraverso l’incrocio dei dati delle ricerche su Google aventi come oggetto l’Italia: più aumenta il numero di chi è incuriosito dalle dinamiche nazionali, tanto più crescerà la quota dei turisti in arrivo da quel Paese”.
Seguendo questi parametri, per l’estate del 2016 gli analisti di Bem Research prevedono un aumento del 3,2% del flusso di turisti dall’estero rispetto al 2015, con una maggiore affluenza assoluta di circa 1,1 milioni di nuovi visitatori che genereranno un incremento di spesa di mezzo miliardo di euro. Gli aumenti più significativi si avranno dalla Danimarca, dal Belgio e dalla Svezia; in calo sono paesi come Russia, Giappone e Cina.
L’Italia, secondo le conclusioni del report, è in ritardo nel mostrare al meglio la propria offerta turistica su Internet. Partendo dall’analisi dei siti web dei musei italiani, gli analisti di Bem Research sottolineano l’incapacità di presentarsi al pubblico internazionale in modo efficiente. Il miglior sito Internet tra tutti, seondo la ricerca, è quello del Cenacolo Vinciniano che è indietro rispetto ai top europei del web: la Torre di Londra, la Tour Eiffel e il museo del Pardo di Madrid.
“Il piano strategico sul turismo 2017-2023 messo a punto dal Governo – sottolinea Milani – va nella giusta direzione, indicando sia una maggiore integrazione dell’offerta turistica sia l’esigenza di digitalizzare l’offerta rivolta al pubblico straniero”.
“Fino a ora i luoghi d’interesse storico-artistico statali sono stati surclassati dai competitor internazionali – aggiunge Mariachiara Marsella, Web marketing manager di Bem Research – Se migliorasse l’offerta digitale, Pompei potrebbe avere da un minimo di 51mila a un massimo di 250mila visitatori in più all’anno. Bisogna essere presenti online con siti Internet che abbiano informazioni in lingua e pagine sui social network fruibili: sono condizioni necessarie per invogliare i potenziali visitatori a venire in Italia e godere delle bellezze del nostro paese”.