Il fronte degli alleati di Apple si allarga. La decisione di Tim Cook di presentare appello contro la decisione del giudice federale, che ha chiesto al colosso di Cupertino di decrittare l’iPhone di uno degli attentatori di San Bernardino, ha spinto altri big dell’hi-tech a scendere in campo ufficialmente a sostegno di Apple. Poche ore dopo l’annuncio di Cook, Microsoft ha presentato una petizione in tribunale a sostegno di Cupertino e contro il governo statunitense. La mossa alla luce del sole messa in atto dalla società guidata da Satya Nadella probabilmente non troverà la condivisone del fondatore Bill Gates, che in un’intervista al Financial Times aveva invitato Cupertino a collaborare con le autorità e in particolare con il Federal Bureau of Investigation.
Il documento a sostegno della petizione, annunciata direttamente da Brad Smith, capo dell’ufficio legale di Microsoft, sottolinea la necessità di creare “una legge del 21° secolo per affrontare problemi del 21° secolo”, con un chiaro riferimento alla legge su cui si è basato il giudice federale che ha imposto lo “sblocco” dell’iPhone, datata 1800. Ma gli alleati di Apple, che secondo il New York Times starebbe studiando un iPhone super-blindato, sono destinati ad aumentare: anche Facebook, Google e Twitter potrebbero infatti passare presto dalle parole di sostegno ai fatti, magari unendosi alla campagna appena lanciata da Redmond.
Sicuramente la discesa in campo di un fronte compatto proveniente dalla Silicon Valley non aiuterà a placare le polemiche, anzi è probabile che la questione assuma connotati ancor più ampi. Non sarà un caso che James Comey, direttore dell’Fbi, abbia provato ieri a stemperare i toni, ammettendo che il caso Apple sia la “questione più difficile” affrontata dallo stesso Comey durante la sua carriere nel Governo a stelle e strisce e richieda “discussioni e negoziati”.