MULTITASKING

Tv, il 77% degli spettatori la guarda mentre usa il pc

Tre quarti degli utenti mondiali, il 26% in più di un anno fa, associa alla visione televisiva l’utilizzo regolare di computer. Aumenta l’uso dei tablet: dall’11 al 44%

Pubblicato il 23 Mag 2013

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Chi guarda la tv è sempre più multitasking. Secondo un nuovo studio pubblicato da Accenture, i consumatori stanno diventando sempre più consapevoli e, di conseguenza, hanno sempre più il controllo delle loro esperienze di entertainment: più dei tre quarti (77%) degli intervistati usa regolarmente il computer o il portatile mentre guarda la tv, il 26% in più rispetto al 2012, mentre oltre il 90% guarda sempre più spesso contenuti video tramite Internet (oltre il 90%).

Secondo la terza edizione dello studio “Video Over Internet Consumer Survey 2013”, realizzato tra febbraio e marzo 2013 su scala mondiale, gli spettatori utilizzano sempre più spesso diversi strumenti come portatili, telefoni, tablet e persino libri e giornali.

“I consumatori non si limitano più a guardare la televisione” ha spiegato Francesco Venturini, Broadcasting Lead del gruppo Media & Entertainment di Accenture. “La diffusione dell’approccio multitasking nella fruizione di contenuti televisivi lascia intendere che forse il palinsesto fisso, noto anche come tv lineare, sta perdendo il suo fascino per gli utenti sofisticati, e questo rappresenta allo stesso tempo una sfida e un’opportunità per emittenti e produttori”.

Il sondaggio, condotto su oltre 3.500 persone in sei Paesi, ha rivelato che lo scorso anno l’approccio multitasking è cresciuto notevolmente. Più dei tre quarti (77%) degli intervistati usa regolarmente il computer o il portatile mentre guarda la tv, 26% in più rispetto al 2012.

Sebbene sia stata registrata una crescita nell’utilizzo di tutti i tipi di dispositivi i tablet hanno riscontrato un vero e proprio boom (passando dall’11% al 44%) nella visione integrata alla tv, nonostante il numero di consumatori che possiedono un tablet sia molto inferiore rispetto a quelli di pc, televisori e telefoni.

Anche se nella maggior parte dei casi non c’è un nesso tra il contenuto televisivo e ciò che viene fruito con altri dispositivi, lo studio indica che c’è uno stretto legame tra l’uso del tablet e i contenuti visualizzati sulla tv, rispetto a quanto accade con i portatili e gli smartphone.

“Il crescente utilizzo del tablet da parte dei telespettatori di oggi costituisce sicuramente un’interessante opportunità per gli operatori del settore,” ha spiegato Venturini. “Questo è un esempio delle nuove possibilità che le applicazioni over-the-top e la convergenza di più media offrono a chi le saprà cogliere”.

I consumatori hanno sviluppato nel corso del tempo abitudini sempre più sofisticate, come evidenziato dai risultati dello studio: maggior frequenza con cui si guardano film, programmi televisivi e video on demand tramite Internet e su dispositivi diversi dalla televisione, e dalla correlazione tra il tipo di contenuto scelto e il dispositivo usato per visualizzarlo.

Secondo lo studio di quest’anno, inoltre, il numero degli intervistati che guarda almeno una volta alla settimana contenuti video su Internet tramite pc/portatile è salito al 65% rispetto al 59% dello scorso anno; è cresciuto anche il numero di chi utilizza lo smartphone (dal 24% al 31%) e il tablet (dal 14% al 22%).

I consumatori hanno iniziato anche a scegliere il dispositivo su cui guardare un video in base al tipo di contenuto. Questo significa che un film integrale o una serie tv viene vista prevalentemente su pc o portatili (il 47% contro il 41%), mentre brevi videoclip vengono visualizzati soprattutto su smartphone (il 49% degli intervistati).

Così come evidenziato nell’Accenture Technology Vision 2013, è necessario quindi che le emittenti e i provider di contenuti creino delle “relazioni digitali” con i consumatori, in modo da migliorare l’interazione, comprendere meglio le loro preferenze e offrire un prodotto ancora più personalizzato.

La tv collegata direttamente a Internet resta il metodo preferito per accedere ai video online, anche se in diminuzione rispetto a quanto riscontrato lo scorso anno (dal 36% del 2012 al 31%). Per contro è salita dal 23% al 28% la percentuale dei consumatori che sono incerti o non hanno un metodo preferito per accedere alla tv online.

Per quanto riguarda i modi tramite cui accedere ai video online regna ancora una certa confusione e uno scollamento tra il sistema preferito e quello effettivamente usato: infatti, se quasi un terzo degli intervistati (30%) ha dichiarato che ogni giorno fruisce di contenuti online tramite set-top box, solo il 16% ha indicato questa modalità come la preferita.

“Ci aspettavamo che i consumatori fossero meglio informati sulle possibili opzioni, considerando l’ampia strategia di marketing del settore dell’elettronica per tv volta a spingere la tv collegata a internet” ha spiegato Venturini. “Resta ancora un grosso divario tra la disponibilità di servizi video, i programmi di content discovery e la capacità del consumatore di sfruttare queste possibilità”.

Lo studio Accenture indica poi che i provider locali e nazionali stanno facendo progressi nella competizione contro i provider di contenuti globali, come Netflix e YouTube, per l’offerta di servizi video tramite Internet. Nel 2013 il numero dei consumatori che si rivolgono a provider di servizi online ed emittenti locali è salito al 40% rispetto al 37% del 2012, mentre i fornitori globali hanno fatto registrare un calo percentuale analogo.

È emerso inoltre che più della metà dei consumatori (il 53%) si fida comunque di più delle tradizionali emittenti televisive per l’offerta di video tramite Internet, una crescita netta rispetto al 32% del 2012.

“Negli ultimi 12 mesi le emittenti hanno investito molto per conquistare la fiducia dei consumatori nell’universo online e fornire nuovi servizi attraverso dispositivi multipli. Per stare al passo con un mercato in rapida trasformazione, hanno accelerato i tempi dell’offerta dei contenuti online e hanno modificato sostanzialmente le loro strategie, e in alcuni casi hanno introdotto prodotti ibridi sofisticati. La fiducia dei consumatori verso le emittenti è un segnale del fatto che questi investimenti stanno incominciando a dare i loro frutti” osserva Venturini.

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