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Twin Transition, Panetta: “Integrare fondi pubblici e privati per accelerare”



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Il governatore della Banca d’Italia: “Obiettivi ambiziosi. Irrealistico pensare che le sole finanze statali possano raggiungerli”. E sull’intelligenza artificiale: “L’Europa non sia solo utilizzatrice di tecnologia, ambisca a ruolo leader nella produzione”

Pubblicato il 21 ago 2024



fabio panetta

Integrare fondi pubblici e privati per accelerare la twin transition. È la ricetta del governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, intervenuto al meeting di Rimini.

Le riforme necessarie alla Ue

“Per superare le sue debolezze e tenere il passo con il progresso a livello mondiale, l’Unione europea dovrà avviare riforme profonde ed effettuare investimenti ingenti nei prossimi anni – ha spiegato Panetta – I leader europei hanno già individuato i settori chiave su cui concentrare l’impegno: la doppia transizione, ambientale e digitale, e comparti strategici come l’alimentare, l’energia, la sanità e la difesa, nei quali è necessario ridurre la dipendenza dall’estero.

Fondi pubblici e inevstimenti privati per la trasformazione

“Investimenti in questi settori saranno efficaci se realizzati a livello europeo, con fondi sia pubblici sia privati – ha puntualizzato il numero uno di Bankitalia – La spesa richiesta è talmente ingente – dell’ordine di centinaia di miliardi all’anno per molti anni – che è irrealistico pensare che le sole finanze pubbliche o i singoli paesi possano sostenerla da soli. Molte delle attività menzionate hanno la natura di beni pubblici sovranazionali e richiedono pertanto un approccio coordinato a livello europeo. Ciò consentirebbe inoltre di beneficiare di economie di scala e di aumentare l’efficacia degli interventi”.

La Ue in ritardo sull’AI

Panetta ha affrontato anche il tema dell’AI, evidenziando i ritardi della Ue. “Sebbene le università europee producano ricerca di qualità, le aziende continentali hanno una presenza trascurabile nello sviluppo della tecnologia: tra il 2013 e il 2023, gli investimenti privati nel campo dell’intelligenza artificiale sono stati 20 miliardi di dollari in Europa, contro 330 negli Stati Uniti e 100 in Cina – h ricordato – E’ evidente, per motivi sia economici sia strategici, che l’Europa non può limitarsi a essere un semplice utilizzatore della tecnologia. Deve ambire a un ruolo attivo nella sua produzione”.

Per Panetta “una presenza significativa dell’Europa in questo settore, oggi dominato da pochi giganti tecnologici globali, accrescerebbe la concorrenza e determinerebbe benefici che oltrepassano la dimensione produttiva e riguardano i diritti essenziali dei cittadini, quali la tutela dei dati personali e il pluralismo nel settore dell’informazione – ha concluso – Rafforzare l’Europa, e con essa l’Italia, non è solo una necessità economica, ma anche il modo per affermare la nostra sovranità strategica e i nostri valori fondamentali”.

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