Twitter ha bloccato l’account dell’ambasciata cinese degli Stati Uniti per un post che difendeva le politiche di Pechino nello Xinjiang, che secondo la piattaforma social violava le sue politiche contro la “disumanizzazione”. Nei giorni scorsi, l’account della rappresentanza diplomatica (@ChineseEmbinUS) aveva pubblicato un post affermando che le donne di etnia uigura non erano più “macchine per bambini”, citando uno studio del quotidiano statale China Daily. Il tweet fu rimosso dalla compagnia californiana e sostituito da un’etichetta relativa alla sua indisponibilità.
La sospensione dell’account è maturata a pochi giorni da quella decisa contro l’ex presidente americano Donald Trump, che contava 88 milioni di follower, citando il rischio di violenza dopo che i suoi sostenitori aveva preso d’assalto il Campidoglio. Twitter aveva bloccato l’account di Trump, chiedendo la cancellazione di alcuni tweet, prima di ripristinarlo e poi rimuoverlo del tutto dopo che l’ex presidente aveva violato nuovamente le politiche della piattaforma.
La Cina è “preoccupata” per il blocco dell’account Twitter della sua ambasciata negli Usa: la portavoce del ministero degli esteri Hua Chunying ha detto che le autorità cinesi erano “confuse dalla mossa. Speriamo che Twitter non adotti doppi standard sul caso e che possa distinguere la disinformazione dalla verità”.