IL CASO

Twitter elimina 70 milioni di account falsi: “Nessun impatto sul traffico”

La rivelazione del Washington Post: il social starebbe affinando la sua strategie per battere troll ed evitare la diffusione virale di fake news. Ma il titolo crolla in Borsa: gli investitori temono una frenata del numero di utenti attivi. Le rassicurazione del cfo, Ned Segal: “Le cancellazioni non hanno effetti negativi, perché gli account rimossi non sono attivi da almeno trenta giorni o perché vengono cancellati appena creati”

Pubblicato il 10 Lug 2018

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Twitter sotto attacco, si difende. Dopo l’articolo del Washington Post, secondo cui il social avrebbe rimosso 70 milioni di account falsi tra maggio e giugno  – più di 1 milione al giorno e il doppio di quanto fatto nei mesi precedenti – con un conseguente forte calo degli utenti attivi nel secondo trimestre dell’anno, arriva la smentita ufficiale.

Gli account che cancelliamo non contribuiscono al nostro traffico, perché non sono attivi da almeno trenta giorni, o perché li rimuoviamo non appena vengono creati”, ha spiegato a Reuters Ned Segal, chief financial officer della società.

Dopo l’articolo del Washington Post, il titolo di Twitter era crollato in Borsa di oltre il 9% proprio sulla scia dei timori di una perdita di traffico e utenti da parte degli investitori.

Secondo quanto riferito dal quotidiano Usa, la società di San Francisco ha intensificato la battaglia contro gli account falsi e che ha portato alla cancellazione di account sospetti. L’intento di Twitter è ridurre la disinformazione che circola sulla piattaforma

Il tasso di sospensioni è più che raddoppiato dallo scorso ottobre, quando la società, sotto la pressione del Congresso, ha rivelato come la Russia ha usato falsi account per interferire nelle presidenziali americane. L’attività di controllo rischia di minare la crescita della compagnia.

Per battere i troll e combattere la fake news, qualche settimana fa il social network ha acquistato Smyte, società tecnologica con sede a San Francisco specializzata in sicurezza, spam e problemi di protezione.

Fondata nel 2014 da Pete Hunt, Julian Tempelsman e Josh Yudaken, la compagnia ha lavorato per anni per alcune della più grandi società del mondo e può vantare una competenza settoriale specifica. Ha già avuto tra i suoi clienti Quora, TaskRabbit e Meetup.

Le risorse di Smyte promettono di aiutare il social network a vincere la sfida della sicurezza in modo più veloce ed efficace. Nei prossimi mesi le tecnologie di Smyte e quelle già messe in campo da Twitter verranno integrate per rafforzare le operazioni di contrasto alle minacce esterne. “I loro strumenti e processi di revisione si uniranno alle nostre tecnologie che aiutano a mantenere Twitter un posto sicuro”, si legge sul blog del social.

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