Il tribunale del Delaware ha sospeso il processo che vede in causa Twitter contro Elon Musk e ha dato tempo fino al 28 ottobre per chiudere la transazione per l’acquisto della piattaforma di social media da parte del miliardario.
La giudice Kathaleen McCormick ha stabilito che se l’acquisto della società di San Francisco non sarà concluso nel giro di tre settimane, il processo riprenderà a novembre. Ora, in quella che sembra l’ultima puntata di una saga che va avanti da aprile, si tratta di capire se il magnate sarà in grado di a raccogliere i fondi per sostenere la transazione.
I dubbi sui finanziamenti delle banche
“Non vediamo l’ora di chiudere la transazione a 54,20 dollari per azioni entro il 28 ottobre”, ha affermato Twitter in una nota. In un precedente deposito del tribunale, però la società aveva esortato il giudice a respingere la proposta di sospensione, definendo il piano di Musk, che l’aveva posta come condicio sine qua non per procedere all’acquisto, “un invito a ulteriori danni e ritardi”.
Le azioni di Twitter, che hanno chiuso la giornata in ribasso del 3,7% a 49,39 dollari, sono aumentate dell’1% dopo ore: gli investitori sono stati quindi rassicurati dalla decisione del giudice dopo giorni di confusione.
I legali del miliardario, del resto, insistono che tutto è pronto per l’acquisto, mentre Twitter ha ribattuto che le banche non hanno ricevuto nessuna comunicazione in merito. Secondo Musk, gli istituti stanno lavorando in modo cooperativo per finanziare l’accordo, ma ci sarebbe stato bisogno di una sospensione più lunga. Ha comunque dichiarato che un breve intervallo di tempo come quello concesso dal giudice è preferibile ai mesi necessari per un processo e un appello.
Twitter però sostiene che un rappresentante di una banca di credito ha testimoniato che Musk non ha ancora inviato loro un avviso di prestito e non ha comunicato che intende chiudere. Le principali banche che si sono impegnate a finanziare 12,5 miliardi di dollari, ovvero circa il 28% del deal, potrebbero in effetti dover affrontare pesanti perdite poiché il rapido ritmo degli aumenti dei tassi di interesse la volatilità del mercato è cresciuta, smorzando l’appetito per i finanziamenti con leva.
“C’è ancora una certa incertezza sulla base del fatto che Elon possa o meno trovare il finanziamento effettivo per concludere l’affare”, ha detto Randy Frederick, amministratore delegato del trading e dei derivati per lo Schwab Center, parlando con Reuters, mentre per Robert Gilliland, amministratore delegato di Concenture Wealth Management, “il finanziamento finirà per passare in un modo o nell’altro. Questa fase serve solo a negoziare i termini”. Anche perché se i finanziamenti non dovessero andare in porto, Musk sarà costretto a vendere ulteriori azioni Tesla, oltre ai 15,4 miliardi di dollari in cedole già ceduti.