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Twitter, per Standard & Poor’s il debito è “spazzatura”

L’agenzia assegna alla società che cinguetta il rating BB-. L’analista Andy Liu: “Valutata la crescita degli utenti attivi mensili e dei ricavi. Possibilità di un cash flow positivo nel 2016”

Pubblicato il 14 Nov 2014

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Per Standard & Poor’s il debito di Twitter è junk, “spazzatura”. L’agenzia assegna il rating BB – alla società che cinguetta: si tratta di un voto tre gradini al di sotto del grado di investimento, appunto a livello “junk”. L’outlook è stabile. I titoli Twitter hanno reagito immediatamente alla decisione di S&P e chiudono in forte calo, cedendo il 5,8%. Voto ‘spazzatura’ anche gli 1,8 miliardi di dollari di debito che Twitter si appresta a emettere.

“Il corporate rating BB – tiene in considerazione l’assunzione di una crescita degli utenti attivi mensili e dei ricavi e la possibilità di un cash flow positivo nel 2016”, spiega Andy Liu, analista di Standard & Poor’s. “L’outlook stabile riflette le nostre attese sul fatto che Twitter continuerà a sperimentare una forte crescita e non incontrerà un aumento significativo della pressione in termini di competitività” aggiunge Liu, precisando che Twitter dovrebbe continuare a sperimentare una crescita forte nei prossimi due o tre anni, in coincidenza con l’espansione internazionale.

Il rating di Twitter potrebbe salire se la società amplierà la propria base di ricavi con l’espansione internazionale e il lancio di nuovi prodotti, se manterrà la propria posizione di mercato, continuerà a migliorare le propria redditività e raggiungerà un positivo e sostenuto ‘cash flow’ superiore ai 100 milioni di dollari nel 2016. Il rating potrebbe invece essere ridotto se ci sarà un rallentamento della crescita dei ricavi o se i ricavi si contrarranno. Questo potrebbe indicare che il modello di business si troverebbe a far fronte a significativi rischi.

In base all’ultima trimestrale diffusa a fine ottobre Twitter ha fatto il pieno di ricavi ma è aumentato il rosso, mentre gli utenti crescono troppo a rallentatore. Le perdite nel terzo trimestre sono aumentate a 175,5 milioni di dollari, o 29 cent per azione dai 64,6 milioni di dollari dello stesso periodo dell’anno scorso: un “rosso” quasi triplicato dal 2013 al 2014. Il dato era comunque in linea con le attese degli analisti. Ma la crescita degli utenti è rallentata: gli utenti attivi mensili sono stati 284 milioni, in linea con le attese, ma solo il 4,8% in più rispetto al secondo trimestre.

È il nodo “utenti” a preoccupare gli investitori. Di fatto Twitter ha meno utenti attivi di Google +. Tra i social network Facebook rimane il numero uno per quantità di utenti attivi nell’ultimo mese (1,2 miliardi), segue il cinese QZone (con 623,3 milioni) e, un po’ a sorpresa, Google+ (con 300 milioni). In questa mini-lista Twitter è fanalino di coda, con 284 milioni di utenti attivi.

Altre preoccupazioni derivano dai recenti cambiamenti ai vertici. Il Ceo della piattaforma di micro-blogging, Dick Costolo, ha provveduto negli ultimi mesi a una sorta di repulisti interno all’azienda, sostituendo i principali top manager con nuovi arrivi, con un obiettivo: raggiungere il miliardo di utenti nel mondo. Questo perchégli investitori temono da tempo che la piattaforma non riesca a diventare un social di massa.

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