IL CASO

Twitter, vietato ai minori il porno-sharing Vine

Troppi microfilmati hard sulla piattaforma. Ora l’applicazione, scaricabile gratis dall’Apple Store, viene proibita a chi ha meno di 17 anni

Pubblicato il 08 Feb 2013

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Apple corre ai ripari per proteggere dal “rischio pornografia” Vine, l’app gratuita per iPhone e iPad che permette di condividere microfilmati di soli 6 secondi su Twitter.

Da oggi la nuova versione (1.0.5) dell’app di videosharing scaricabile gratuitamente dall’Apple Store è vietata ai minori di 17 anni. Questo perché, dopo che qualche giorno fa è stata acquistata da Twitter, Vine è piaciuta subito agli utenti della piattaforma di microblogging, che l’hanno premiata scaricandola in massa, ma ha anche attirato gli appassionati di filmati osé. Peraltro il successo di siti come Youporn, che nel 2012 ha totalizzato oltre 4 miliardi 800 mila visitatori, non fa che confermare la predilezione di una parte dei navigatori della rete per i contenuti più piccanti.

D’ora in poi, al momento dell’installazione di Vine (scaricabile gratuitamente sull’Apple store e non ancora disponibile per Android), all’utente viene chiesta l’età: se prima l’applicazione era consentita a chi aveva più di 12 anni, ora il limite è 17. Questo, ovviamente, non impedisce l’accesso ai contenuti porno. D’altronde anche il filtro dell’età è facilmente aggirabile, visto che non c’è modo di verificarla. Ma intanto Apple ha fatto il gesto “ufficiale”. Inoltre la nuova versione ha altre opzioni che consentono di bloccare utenti insidiosi e segnalare contenuti impropri.

Tra l’altro Vine è stata particolarmente apprezzata dal premier uscente Mario Monti, tra i primi politici a sperimentare il nuovo servizio.

Di recente, in una delle sue rare interviste, l’amministratore delegato di Twitter, Dick Costolo ha spiegato le ragioni della recente acquisizione, sottolineando che quando Facebook ha comprato Instagram, Twitter non poteva restare a guardare. “Vine – ha detto – offre agli utenti la possibilità di condividere un’immagine non più ferma ma in movimento e li costringe a essere creativi e a sostenere questa nuova forma d’arte” raccontando una storia in soli sei secondi.

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