Uber sarebbe in trattative con un gruppo di found manager per raccogliere circa 500 milioni di dollari di finanziamenti che porterebbero la startup fondata cinque anni fa a San Francisco da Garrett Camp e Travis Kalanick ad essere valutata complessivamente oltre 12 miliardi di dollari. Lo ha riferito pochi giorni fa il Wall Street Journal citando fonti anonime informate sui fatti.
Secondo la testata, i dirigenti dell’azienda che fornisce un’app per prenotare un’auto con conducente da smartphone avrebbero incontrato la scorsa settimana esponenti di alcune società. Tra i potenziali investitori ci sarebbe BlackRock, fondo Usa che è anche il più grande del mondo, e società di private equity come General Atlantic e Technology Crossover Ventures. Uber punterebbe a chiudere la trattativa nelle prossime settimane o entro la fine del secondo trimestre.
Uber figura già tra le startup finanziate con venture capital a maggiore valorizzazione del mondo, ma una valutazione di più di 12 miliardi di dollari la collocherebbe automaticamente in una élite ancora più ristretta.
Google in passato ha già investito 258 milioni di dollari in Uber integrando l’app anche nel suo servizio di mappe.
La società di San Francisco che ha contribuito a rivoluzione il settore della mobilità a pagamento si è rapidamente affermata nel mondo e oggi è presente in un centinaio di città in 36 Paesi. D’altra parte ha anche suscitato in vari casi l’opposizione dei tassisti, che si sono ritrovati a combattere con un competitor digitale. L’ultima manifestazione di protesta è scoppiata a Milano quando nei giorni scorsi è montata la rabbia dei tassisti locali in particolare contro Uberpop, l’applicazione che consente di trovare passaggi in auto guidate da comuni cittadini.
Sulla questione è intervenuta anche Neelie Kroes, Commissario Ue per l’Agenda digital, che ha invitato l’Italia “a non cedere al ricatto dei tassisti”.