TAXI ED NCC

Uber, l’autorità dei trasporti: “Servono riforme, non sentenze”

Il presidente Andrea Camanzi sul caso dell’app californiana: “Problemi di policy come questi non possono essere risolti nelle aule di tribunale”. Il plauso di Benedetta Arese Lucini: “La legge in vigore risale al 1992 ed è ormai inattuale”

Pubblicato il 15 Lug 2015

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La relazione in Parlamento del presidente dell’Autorità di regolazione dei Trasporti tocca anche il caso Uber, l’app che consenti di noleggiare automobili attraverso lo smartphone. Nel suo intervento Andrea Camanzi ha voluto sottolineare che la questione posta negli ultimi mesi dai mercati di Taxi ed Ncc non può essere risolta a colpi di manifestazioni denunce e sentenze, ma deve essere affrontata in ottica di regolazione del mercato, con norme nuove che tengano presenti i cambiamenti. Una posizione che ha immediatamente trovato il plauso dell’azienda californiana, che da tempo chiede una riforma del settore del trasporto di persone nei servizi non in linea.

“Auspichiamo – aveva detto Camanzi durante il proprio intervento – che il legislatore si faccia quanto prima carico delle necessarie riforme, nel convincimento che problemi di policy come questo non possano
essere risolti nelle aule di tribunale”. L’atto di segnalazione trasmesso dall’authority al Governo e al Parlamento, sottolinea Camanzi, “si propone di far emergere i nuovi mercati e le relative problematiche regolatorie affinché domanda e offerta di servizi si incontrino in modo trasparente e nel rispetto delle regole proprie di ogni attività economica di impresa”.

Il documento, ha aggiunto Camanzi, nel riconoscere che i taxi assicurano servizi propriamente pubblici, contiene proposte come la costituzione di un albo dei drivers, la riconduzione al regime del lavoro occasionale delle prestazioni dei conducenti non professionisti, la previsioni di un obbligo di registrazione per le piattaforme dei servizi, l’individuazione nelle regioni degli ambiti territoriali di riferimento per tutti i servizi di trasporto di passeggeri non di linea, e la possibilità di modulare le tariffe.

“Ancora una volta – è il commento di Benedetta Arese Lucini, general manager di Uber Italia – l’Autorità dei Trasporti invita il legislatore a riformare una legge, quella del 1992, che oggi regola il settore della mobilità, e che è ormai inattuale. Non possiamo che fare nostro questo appello, non solo nell’interesse di Uber, ma anche per quello dei consumatori che hanno diritto a scegliere il servizio più consono alle loro esigenze, e nell’interesse di chi in questo momento di forte crisi economica sceglie di condividere un bene e ricavarne un’opportunità economica. Da parte nostra – conclude – confermiamo la massima disponibilità al confronto con le istituzioni e gli altri attori del settore”.

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