TRASPORTI

Uber, luce verde dall’autorità dei trasporti: “Ma servono regole”

L’authority apre all’azienda, ma chiede l’introduzione di obblighi su piattaforme, requisiti del conducente, qualità e sicurezza del servizio. Arese Lucini: “L’Italia sta indicando la strada all’Europa”

Pubblicato il 05 Giu 2015

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“Dare un adeguato livello di regolazione alle emergenti formule del trasporto non di linea diverse dai servizi di taxi ed Ncc basate su piattaforme tecnologiche che offrono servizi di intermediazione su richiesta e con finalità commerciale”. Lo scrive, riferendosi a Uber e ai suoi servizi su nuove piattaforme, come Uber-Pop, l’Autorità dei Trasporti in una segnalazione a Governo e Parlamento, aggiungendo che sarebbe utile “introdurre obblighi specifici attinenti sia alle piattaforme, che ai requisiti del conducente, che alla qualità ed alla sicurezza del servizio”.

L’ Autorità, si legge in una nota, è partita da un’approfondita “indagine sul recente diffuso utilizzo di tecnologie informatiche applicate in modo innovativo alla mobilità delle persone e sui suoi effetti sia sulla domanda e sui comportamenti degli utenti che sul fronte della offerta dei servizi di autotrasporto di persone non di linea”.

Un riferimento quindi a Uber-Pop, l’applicazione recentemente bloccata dal Tribunale di Milano, per concorrenza sleale nei confronti dei tassisti. Il documento dell’Autorità, spiega il comunicato, muove dall’offerta di una “pluralità di tipologie di servizi di autotrasporto di persone, oggi resa possibile dalla diffusione di tecnologie mobili competitive e dal cambiamento delle abitudini di consumo degli utenti da esse prodotto. La domanda di mobilità – specie per le fasce di reddito basse e per i giovani – si orienta verso sistemi basati sulla flessibilità e sulla condivisione di risorse, tipici della sharing economy“.

L’Autorità si propone quindi di “far emergere questo mercato, affinché domanda e offerta di servizi possano incontrarsi in modo trasparente e nel rispetto delle regole applicabili all’attività economica d’impresa”. L’Autorità propone anche il mantenimento dell’attuale connotazione del taxi come servizio di trasporto pubblico non di linea, che assicura l’effettuazione della corsa a richiesta e la copertura del servizio nell’arco dell’intera giornata, nonché la possibilità per i taxi di praticare sconti, di costituirsi come impresa e in tal caso di poter cumulare più licenze, di ampliare l’utilizzo del servizio di taxi per servizi pubblici flessibili destinati a specifiche categorie di utenti o all’adduzione alle linee di trasporto pubblico in condizioni di domanda debole, nonché la possibilità per il tassista di acquisire servizi da fonti diverse, senza vincoli di esclusiva.

Le proposte formulate dall’Autorità prevedono anche l’eliminazione dell’obbligo per il titolare della autorizzazione Ncc di fare rientro in rimessa dopo ogni singolo servizio e l’affidamento alle Regioni dell’individuazione dei bacini ottimali sovracomunali di gestione dei servizi di autotrasporto di persone non di linea, attualmente affidati ai singoli Comuni.

“Con questo atto l’Italia sta indicando la strada all’ Europa, e sta abbracciando l’innovazione a beneficio di tutti i cittadini – commenta Benedetta Arese Lucini, Ad di Uber Italia – Uber vuole dare il suo contributo e partecipare al processo che potrà far sì che le considerazioni dell’ Autorità divengano finalmente legge”. Il documento, secondo Arese Lucini, contiene “proposte all’avanguardia sul ride sharing”, che “riflettono perfettamente il nuovo assetto del trasporto pubblico, che sta sempre più diventando ecologico, affidabile ed efficiente, e incoraggiano nuove soluzioni di mobilità, come per esempio Uber”.

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