Frena la crescita di Uber Technologies. Nel terzo trimestre del 2018 peggiora la perdita che ora sfiora il miliardo di dollari da quella di 891 milioni del terzo trimestre 2017. Per il gruppo si tratta di segnali poco incoraggianti in vista dell’Ipo, prevista nel 2019 e alla quale sta lavorando anche la rivale Lyft. Con la quotazione, Uber potrebbe essere valutata 120 miliardi di dollari, il doppio rispetto all’ultima valutazione calcolata con una raccolta fondi.
L’azienda di San Francisco, California, ha detto di avere messo a segno un incremento annuo dei ricavi del 38% tra luglio e ottobre a 2,95 miliardi di dollari; nei tre mesi precedenti l’incremento era stato del 63%. Il direttore finanziario di Uber, Nelson Chai, ha parlato di un “altro forte trimestre”. Arrivato ad agosto nel gruppo dopo una lunga ricerca, il Cfo ha aggiunto: “Mentre guardiamo all’Ipo e oltre, stiamo investendo nella crescita futura nella nostra piattaforma”, riferimento alle consegne di cibo (Uber Eats), alle attività cargo (Uber Freight), alle bici elettriche (Jump).
L’azienda – che non essendo quotata non è tenuta a diffondere i suoi conti, cosa che ha comunque iniziato a fare lo scorso anno – sta infatti cercando di diversificare le sue attività per diventare redditizia e allentare le preoccupazioni degli investitori. E questi sforzi potrebbero spiegare il rallentamento della crescita del gruppo.
La quantità di denaro che Uber raccoglie al lordo delle commissioni pagate agli autisti e incluse altre voci di spesa (il cosiddetto gross booking) è salita del 6% a 12,7 miliardi nel trimestre rispetto a quello precedente; su un anno prima l’incremento è stato del 34%. Alla fine del 2016 il rialzo trimestre su trimestre era di circa il 30% ed è rimasto a doppia cifra nel 2017 per poi diventare a cifra singola nel 2018. Per la prima volta, Uber ha fornito qualche dato del servizio Uber Eats dicendo che il gross booking è stato di 2,1 miliardi di dollari nel terzo trimestre, il 150% in più sullo stesso periodo del 2017.