Uber tende il ramoscello d’olivo: data-sharing con le amministrazioni locali

La start-up del ride hailing lancia il sito Movement dedicato alle amministrazioni locali e alla pianificazione urbana mettendo a disposizione i suoi dati sulla mobilità: “Lavoriamo verso obiettivi comuni”

Pubblicato il 09 Gen 2017

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Uber, la start-up simbolo della nuova era della mobilità e della gig economy, è anche una delle società più contestate da lavoratori e amministrazioni cittadine, che faticano a tenere il passo con l’innovazione nei modelli di business portata dall’azienda californiana della popolare taxi app. Ora Uber ha lanciato un prodotto con cui prova a “fare pace” con i governi locali.

Si tratta di Movement, un sito web dedicato a chi nelle amministrazioni cittadine si occupa di pianificazione urbana e trasporti e che servirà a convincere le città che Uber, pur se non sempre attenta a rispettare le regole vigenti, può diventare una parte attiva e aiutare proficuamente i progetti per una mobilità più fluida e sostenibile.

Il sito permetterà alle amministrazioni locali di studiare l’andamento del traffico e le sue caratteristiche nelle diverse città del mondo utilizzando dati raccolti dalle decine di migliaia di vetture che lavorano per il servizio di Uber. Le amministrazioni possono usare Movement, per esempio, per mettere a confronto i tempi medi di spostamento nelle città o le ripercussioni sul traffico di eventi come partite di calcio o concerti. Per ora è un sito per addetti ai lavori ma più in là Uber potrebbe renderlo accessibile al pubblico.

L’iniziativa mette a disposizione la grande quantità di dati raccolti dagli autisti di Uber (dati resi anonimi e aggregati per salvaguardare la privacy) a chi si occupa di pianificazione urbana con l’idea di contribuire a costruire il futuro che la start-up di San Francisco sogna, in cui le opzioni del trasporto in città diventano parte integrante della pianificazione delle amministrazioni locali.

“Il nostro rapporto con le città non è sempre facile, ma ci sono molti posti nel mondo dove Uber e le città possono cooperare perché hanno obiettivi comuni”, ha dichiarato Andrew Salzberg, head of transportation policy di Uber. “Si opera meglio in un mondo in cui le politiche sono fondate sul supporto dei dati“.

Uber sostiene che i suoi dati sono più attendibili di quelli che le amministrazioni locali solitamente usano per la pianificazione e che sono raccolti da terze parti. I costi del lavoro affidato ad agenzie esterne possono essere alti e i dati potrebbero non essere aggiornati in tempo reale, secondo la società americana, mentre i dati dei conducenti Uber sarebbero più affidabili e meno costosi perché raccolti direttamente dagli smartphone dotati di accelerometri e tecnologia Gps.

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