Uber Black può tornare operativo. Con decisione di oggi il Tribunale di Roma ha revocato la propria ordinanza del 7 aprile scorso con cui era stato disposto il blocco su tutto il territorio nazionale del servizio e l’oscuramento dell’omonima app. Il Gruppo Uber – di cui il tribunale ha accolto il reclamo, respingendo il ricorso dei tassisti – potrà, dunque, continuare ad operare in Italia mediante il servizio Uber Black. Gli altri servizi denominati Uber Pop e Uber X continuano invece ad essere vietati, come stabilito dal Tribunale di Torino con sentenza del 22 marzo 2017.
Il Tribunale, secondo quanto si apprende da fonti legali, ha ritenuto così di dare attuazione alla decisione del Parlamento di sospendere sino al 31 dicembre prossimo alcune norme della legge nazionale che disciplina il settore taxi e noleggio con conducente. La sospensione era stata introdotta nella legge di conversione del decreto Milleproroghe con il cosiddetto emendamento Lanzillotta e aveva scatenato le proteste dei tassisti dello scorso febbraio.
“Siamo davvero felici di poter annunciare a tutte le persone e agli oltre mille autisti partner di Uber che potranno continuare ad utilizzare la nostra applicazione in Italia – commenta una nota della società – Ora più che mai è forte l’esigenza di aggiornare la normativa datata ancora in vigore, così da consentire alle nuove tecnologie di migliorare la vita dei cittadini e la mobilità delle città”.
Il Codacons esprime grande soddisfazione in merito alla decisione del Tribunale di Roma. “Si tratta di una sentenza importante che apre la strada in Italia all’utilizzo di App nel settore del trasporto pubblico non di linea e avvicina il nostro paese al resto del mondo – afferma il presidente Carlo Rienzi – Una decisione che avrà ripercussioni positive soprattutto per gli utenti, i quali potranno godere di maggiori servizi e concorrenza nelle proprie scelte. Ora il passo successivo da compiere è quello di arrivare ad una normativa in grado di integrare le nuove possibilità offerte dal mercato e dalla tecnologia affiancandole ai taxi tradizionali, per evitare che gli utenti siano danneggiati da una chiusura totale all’evoluzione”.
“Non si può andare avanti a colpi di sentenze – commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – E’ ora che il governo, che ha annunciato nei giorni scorsi di voler bruciare i tempi per revisionare la disciplina in materia di servizi pubblici non di linea, faccia finalmente la sua parte e metta in campo una riforma seria e moderna, che consenta la coesistenza del servizio taxi, noleggio con conducente e servizi tecnologici di mobilità. Dopo il blocco assurdo deciso in aprile, un piccolo passo avanti ma non basta, considerato che esistono sentenze di altri tribunali che ancora vietano differenti servizi offerti da Uber”.