IL CASO

UberPop, l’Antitrust: “Internet inarrestabile, ma servono regole”

L’authority sul blocco dell’app disposto dal tribunale di Milano: “Il web è fattore di sviluppo economico, ma occorre equilibrio fra i vari interessi in gioco”

Pubblicato il 28 Mag 2015

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Internet rappresenta un grande fattore di sviluppo economico che non può essere fermato, ma occorrono regole per definire soluzioni equilibrate fra i vari interessi in gioco”. Lo si legge in una precisazione dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato in merito all’ordinanza con cui il Tribunale di Milano ha bloccato il servizio di trasporto urbano passeggeri effettuato da UberPop per “concorrenza sleale” nei confronti dei tassisti titolari di regolare licenza. “A norma del Codice civile – specificano dall’Antitrust – questa materia non è di competenza dell’Autorità, ma del giudice ordinario”.

Con la decisione assunta il 26 maggio il tribunale di Milano aveva accolto il ricorso presentato dalle associazioni di categoria dei tassisti per “concorrenza sleale”. A firmare il ricorso cautelare e urgente per chiedere l’oscuramento della app Uber-Pop le organizzazioni sindacali e di categoria, locali e nazionali, dei tassisti e dei radiotaxi, assistite da un team legale composto dagli avvocati Marco Giustiniani, Nico Moravia, Giovanni Gigliotti e Alessandro Fabbi. Uber-Pop è uno dei servizi messi a disposizione dalla multinazionale americana Uber che permette a chiunque di proporsi come conducente di un’auto per il trasporto di terzi, senza necessità di avere una licenza.

Nel suo provvedimento il giudice della sezione specializzata imprese del Tribunale di Milano, Claudio Marangoni, ha chiarito che Uber avrà 15 giorni di tempo per adeguarsi all’inibitoria disposta, altrimenti scatteranno delle penali. Contro il provvedimento cautelare, in ogni caso, c’è la possibilità per Uber di proporre un ricorso.

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