La Commissione europea vara oggi una campagna per coordinare gli investimenti pubblici nel settore della micro e nanoelettronica (semiconduttori e circuiti integrati o chip). L’obiettivo è quello di espandere la base manifatturiera europea di punta. “L’ambiziosa visione della Commissione – si legge in una nota della Commissione – ha il sostegno dei ricercatori e dell’industria elettronica che, alla fine del 2012, ha chiarito come sia possibile effettuare un investimento complessivo di 100 miliardi di euro fra il 2013 e il 2020”.
La vicepresidente della Commissione europea Neelie Kroes sostiene che “altri stanno investendo in modo massiccio nei circuiti integrati per computer e l’Europa non può permettersi di restare al palo. Dobbiamo rafforzare e collegare i nostri punti forti e sviluppare nuove forze. Per garantire questa trasformazione è necessario coordinare rapidamente e con forza gli investimenti pubblici fra l’Ue, gli Stati membri e le regioni”.
“Voglio che la nostra produzione di chip raddoppi fino a rappresentare circa il 20% della produzione mondiale – aggiunge Kroes – Voglio che l’Europa produca più chip in Europa di quanti ne producano gli Stati Uniti sul loro territorio. Si tratta di un obiettivo realistico se si distribuiscono correttamente gli investimenti”.
I principali elementi della strategia industriale prevedono Investimenti in ricerca e s viluppo più cospicui e meglio coordinati per massimizzare l’impatto degli investimenti dell’Ue e degli Stati membri grazie a una collaborazione transfrontaliera più stretta (70% dell’investimento pubblico dallo Stato e 30% dall’Ue).
Rafforzare i tre poli europei di eccellenza dell’elettronica: Dresda, Eindhoven/ Lovanio e Grenoble, collegandoli con altri poli europei d’avanguardia come Cambridge (UK), Carinzia, Dublino e Milano.
La strategia sarà incentrata su tre direttrici complementari: abbassare il costo dei chip, renderli più veloci e più versatili.
Mobilizzare 10 miliardi di euro di fondi privati, pubblici e Ue, per un insieme di obiettivi comuni in termini di ricerca e sviluppo, compresi 5 miliardi di euro per mezzo di un partenariato pubblico-privato. Questo partenariato settennale interessa tutta la catena del valore e dell’innovazione nel settore dell’elettronica, compreso il finanziamento di progetti di ampia portata nell’ambito del programma di ricerca dell’Ue “Orizzonte 2020”.
Neelie Kroes ha aggiunto: “Con questa strategia l’industria europea sarà nelle condizioni di convertire le innovazioni ingegneristiche in tecnologie suscettibili di sfruttamento commerciale”.
Con una crescita media del 5% annuo dal 2000, oggi l’industria elettronica europea occupa direttamente 200mila persone e indirettamente un altro milione, mentre sussiste una domanda non soddisfatta di personale qualificato. Secondo la Commissione, negli ultimi 15 anni sono stati compiuti importanti sforzi per creare poli industriali e tecnologici in Europa. Dato l’ampio ventaglio di possibilità e le sfide affrontate dal settore, è ora urgente intensificare e coordinare tutte le pertinenti attività del settore pubblico in Europa. Tutti i settori economici in Europa sono destinati a trarre beneficio da questa strategia, poiché almeno il 10% del Pil dipende dai prodotti e dai servizi elettronici.