Si arena il progetto europeo di presentare l’Innovation act in
tempo per il meeting di primavera dei leader dell’Ue. Il nuovo
piano europeo per l'innovazione, che dovrebbe servire a
rilanciare la competitività e creare posti di lavoro, è un
progetto che ha preso forma nel corso del 2009, l'anno europeo
della creatività e dell’innovazione culminato nella
pubblicazione di un “manifesto” per l’innovazione.
A settembre 2009, la Commissione europea si era detta intenzionata
a pubblicare lo European innovation act prima della primavera del
2010. Sul progetto sta lavorando il gruppo Imprese e industria
dell’esecutivo Ue, alla cui guida è stato eletto Antonio Tajani.
Ma un primo segnale del ritardo del programma è arrivato
all’inizio del mese quando gli eurodeputati hanno letteralmente
messo sulla griglia il commissario italiano alla sua prima udienza
parlamentare.
Tajani, il cui dipartimento sta lavorando su una bozza del
programma, ha detto che ci sarebbero voluti sei mesi prima della
presentazione del documento finale. Dunque sarebbe pronto non in
primavera, come inizialmente previsto, ma nei mesi estivi. Inoltre
il commissario all’Industria (come altri) ha smesso di riferirsi
al programma come “Act”, preferendo chiamarlo "action
plan" o "strategy".
Il ritardo non si deve a una minore attenzione verso i temi
dell’innovazione (anzi, per la prima volta è stato creato un
commissario preposto proprio all’innovazione, Máire
Geoghegan-Quinn), ma piuttosto ai ritardi nella nomina della nuova
Commissione e ai cambiamenti che seguiranno proprio all’entrata
in scena della nuova figura del commissario
Geoghegan-Quinn. Quest’ultima ha rivelato alla sua udienza
parlamentare che presiederà un sotto-gruppo di commissari che
lavoreranno sui temi dell’innovazione. Ha anche detto che si
aspetta di avere un ruolo nella messa a punto finale e
nell’implementazione del nuovo piano di azione.
Ciò potrebbe significare che il piano Ue per l’innovazione avrà
una più vasta portata e non sarà solo concentrato sulle
necessità del mondo industriale, come sarebbe se a occuparsene
fosse solo il commissario all’Industria. Potrebbe affrontare temi
come la riforma del sistema dei brevetti, l’approvvigionamento
pubblico, i cluster competitivi, il venture capital, l’economia
verde e la carenza di competenze.
Il ritardo nella pubblicazione del piano potrebbe portare dunque a
una definizione più ampia di innovazione, incorporando alcune
delle proposte contenute nel manifesto presentato dagli
Ambasciatori per la creatività e l’innovazione lo scorso
novembre alla Commissione Ue. In quell’occasione gli ambasciatori
hanno sottolineato la necessità di promuovere la creatività nelle
scuole e nelle università e suggerito che i fondi strutturali Ue
dovrebbero essere usati per rafforzare gli investimenti nella
ricerca – una proposta, quest’ultima, che ha trovato il sostegno
della Geoghegan-Quinn.