IL REPORT

Un futuro a tutta AI e molto “disordine digitale”: cosa ci aspetta nel 2030



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Quattro cittadini su cinque useranno l’intelligenza artificiale per prendere importanti decisioni su aspetti chiave della loro vita ma quasi sei su dieci ritengono che gli innovatori veri saranno quelli che avranno il coraggio di non dare retta alla tecnologia. L’indagine di Ericsson ConsumerLab

Pubblicato il 4 giu 2024



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Quattro consumatori su cinque nel 2030 useranno l’intelligenza artificiale (AI) per prendere importanti decisioni su aspetti chiave della loro vita, ma alcune evidenze suggeriscono che, in futuro, gli innovatori di successo potrebbero essere le persone che ne ignoreranno le indicazioni.

Si tratta di uno dei più significativi risultati della nuova ricerca “10 Hot Consumer Trends 2030s – The AI-Powered Future”, realizzata da Ericsson ConsumerLab chiedendo a 6.500 persone residenti in 13 grandi città del mondo di rispondere a domande volte a disegnare gli scenari che l’Intelligenza Artificiale aprirà nel decennio 2030.

AI: per il 58% delle persone sarà utile ignorarla

L’80% degli interpellati crede che, in questo futuro così prossimo, potremmo utilizzare simulazioni basate sull’AI per prendere decisioni di grande impatto sulla vita, come acquistare una casa o fare investimenti finanziari, e per modificare lo stile di vita in base ai risultati di simulazioni relative allo stato di salute.

Ma per quanta importanza possa assumere nei processi decisionali, non sono pochi quelli che pensano che ignorare certe indicazioni ottenute dall’IA possa rivelarsi una scelta di successo. Circa il 58% del totale del campione crede che gli innovatori del prossimo decennio saranno quelli che avranno il coraggio di non ascoltare l’AI. Inoltre questi “sperimentatori” di nuove tecnologie credono che l’IA potrà giocare un ruolo importante anche nell’educazione dei bambini, accrescendo le loro capacità, e avrà un peso rilevante anche per assicurarsi un buon posto di lavoro.

Tra questi utenti – che in quanto early adopter sono tra i più propensi all’utilizzo di nuove tecnologie – ci sono “gli speranzosi”, che guardano all’IA in modo gioioso e con attesa positiva, e i “timorosi” nei quali prevale un atteggiamento di paura e ansietà.

Il timore della perdita di controllo

Un elemento chiave è quello del controllo: oltre il 60% dei più ottimisti (e oltre il 70% dei timorosi) ritiene che nel prossimo decennio non avrà la possibilità di controllare pienamente l’impatto che l’AI avrà sulla sua vita.

A partire da ciò, si delinea una possibile spaccatura per il futuro dell’AI nel prossimo decennio: se poco più della metà degli “speranzosi” afferma che proverà comunque a usare il più possibile l’AI, saranno molti meno (il 26%) i “timorosi” che faranno altrettanto. Ciò indica che i trend di utilizzo di questa tecnologia potrebbero rivelarsi frammentati.

I 10 Hot Consumer trend dell’AI

Per stilare i dieci trend evidenziati dallo studio è stato chiesto ai partecipanti di valutare 120 ipotesi di servizi digitali relativi a 15 aree diverse, che vanno dalla moda all’intrattenimento ai comportamenti individuali.

Faremo shopping in compagna dell’AI – Artificial Shoppers

Stando ai dati dello studio Ericsson, per il 75% degli interpellati gli assistenti personali basati sull’AI potrebbero causare la fine della pubblicità come la conosciamo oggi, eliminando dalla nostra esperienza d’uso l’adv tradizionale. Altrettanti credono che le big tech useranno questi assistenti virtuali per influenzare gli acquisti degli utenti.

La moda sarà generativa – Generative Fashion

I trend della moda saranno dettati in futuro dall’AI – oppure tutto ciò che sarà “100% umano” sarà la nuova moda degli Anni ‘30? Il 70% dei partecipanti allo studio crede che uno scenario in cui l’AI genera nuovi stili da seguire si possa realizzare; quasi altrettanti però (il 63%) ritengono che in reazione a tutto ciò molte persone potrebbero rifiutare i trend influenzati dall’IA e preferire prodotti che possano dirsi realizzati al 100% dall’uomo.

L’intrattenimento interagirà con il nostro mondo – Sentient Screenplays

Nel mondo dell’intrattenimento, l’Intelligenza Artificiale potrebbe causare un cambiamento profondo. Secondo il 79% degli “early adopter” interpellati dallo studio, in futuro potremo crearci film in modo interattivo, adattandoli al nostro stato d’animo del momento, ma c’è di più: per il 68%, l’AI sarà in grado di generare dei “cloni digitali” dei nostri amici e renderli protagonisti dei contenuti che fruiremo.

Useremo il “gemello digitale” della nostra vita – Human Digital Twins

Non lasciando nulla al caso, l’AI potrà ridurre l’incertezza attraverso una “replica” – un gemello digitale dell’esistenza. Secondo l’80% dei partecipanti le persone useranno queste simulazioni basate sull’AI per prendere decisioni di grande impatto sulla vita come l’acquisto di una casa o investimenti finanziari e per simulare l’impatto di cambiamenti dello stile di vita sullo stato di salute. Un buon 50% pensa che si faranno simulazioni sul proprio matrimonio.

L’IA ci aiuterà a educare i nostri figli – Programmed Progeny

La possibilità che l’AI aiuti nella cura dei bambini promette vantaggi ai genitori, ma fa emergere ampie preoccupazioni rispetto alla perdita di empatia: il 74% degli interpellati pensa che usare assistenti AI per i compiti genitoriali aiuterà ad accrescere le capacità pratiche dei bambini – ma sarà necessario equilibrio, perché di converso diminuirà l’intelligenza creativa ed emotiva.

L’IA potrà servire a governare meglio – Govern by AI

Secondo il report, negli Anni ‘30 l’AI potrebbe diventare parte integrante delle decisioni pubbliche. Il 72% di tutto il campione pensa che le AI sviluppate da soggetti privati saranno più potenti di quelle generate a fini sociali/pubblici.

L’IA sarà nostra collega – Empower-less Employees

Il 67% del campione coinvolto nella ricerca crede che nel prossimo decennio l’AI sarà necessaria per ottenere un buon posto di lavoro ma potrebbe anche togliere significato al lavoro quotidiano. Sarà un collega sempre presente, e si tratterà di trovare un equilibrio per una tendenza che è inevitabile.

Dovremo fare attenzione al “disordine” digitale – Data Disorder

Regole o far west digitale? Il futuro dei consumatori dipende dal controllo che avremo sui dati. Per il 75% degli interpellati nello studio, nuove norme nel prossimo decennio permetteranno ai cittadini di fare “opt out” rispetto all’uso dei propri dati nell’AI.

Il rischio di Intelligenze Artificiali “senza freni” – AI Running Wild

La presenza di Intelligenze Artificiali più interconnesse potrebbe portarle a sviluppare un proprio “programma” autonomo? Il 59% degli intervistati pensa che la futura coesistenza con le AI potrebbe diventare difficile nel prossimo decennio. Ciò nonostante il 74% crede che le persone continueranno a usare assistenti AI anche se di tanto in tanto dessero loro suggerimenti errati.

L’IA custodirà le chiavi della nostra vita digitale – Key Keepers

Strumenti basati sull’AI e connessi che “custodiscono” le chiavi della nostra vita digitale aiuteranno a proteggere la privacy o aumenteranno la nostra dipendenza dalla tecnologia? Sette intervistati su dieci pensano che cliccare su bottoni, strisciare carte e ID, ricordare dati di login non sarà più necessario perché se ne occuperà l’AI al posto nostro.

Significativo il ruolo dell’AI nella vita quotidiana futura

“Il nostro studio 10 Hot Consumer Trends indica chiaramente che gli early adopter della tecnologia si aspettano che l’AI abbia un ruolo significativo nella loro vita quotidiana del futuro – afferma Michael Björn, Head of Research Agenda, Ericsson Consumer & IndustryLab -. Le aspettative dei consumatori sono importanti e hanno implicazioni rilevanti se pensiamo alla capacità delle reti, che dovranno poter gestire il traffico dati che ogni device genererà in futuro. Un altro importante segnale riguarda la preoccupazione che anche i più grandi sostenitori dell’AI hanno rispetto al fatto che questa tecnologia in futuro possa controllare le loro vite personali. Le aziende che lavorano con l’intelligenza artificiale devono considerare questi timori nello sviluppo delle loro soluzioni”.

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