SAFER INTERNET DAY

Un patentino per navigare sul web? Il 55% dei ragazzi dice sì

Lo rivela una ricerca condotta per la Polizia di Stato da Generazioni Connesse: un adolescente su 4 ritiene che dovrebbe essere addirittura obbligatorio. Ecco tutte le iniziative in campo nella giornata della sicurezza in Rete

Pubblicato il 09 Feb 2021

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Un “patentino” per l’uso sicuro dei social e del web? Il 55% degli adolescenti, se venisse introdotto, sarebbe interessato a prenderlo. E’ uno dei dati più significativi emersi da una ricerca condotta per la Polizia di Stato da Generazioni Connesse – il Safer Internet Center Italiano, coordinato dal ministero dell’Istruzione – e curata da Skuola.net, Università degli Studi di Firenze e Sapienza Università di Roma – CIRMPA. Fra i 2.475 adolescenti delle scuole secondarie che hanno risposto al questionario uno su 4 ritiene che la “patente per il web dovrebbe essere addirittura obbligatoria, al pari di quella per guidare l’automobile o il motorino. Un’esigenza ancora più sentita nella fascia 11-13 anni, dove quasi uno su 3 si dice a favore di questa soluzione. Sottolineando come “una porzione non trascurabile di nativi digitali è consapevole della necessità di formarsi adeguatamente prima di entrare in rete in sicurezza”.

​Gli ultimi drammatici casi di cronaca propongono anche un altro interrogativo: quale dovrebbe essere l’età giusta per iniziare ad utilizzare i social network da soli, con un proprio account? Per il 40,5% la quota d’ingresso dovrebbe essere fissata a 14 anni, il 14,5% aspetterebbe anche fino ai 16 anni. Non sono pochi i ‘permissivisti’: il 22,5% aprirebbe alle iscrizioni già a partire dagli 11 anni mentre appena il 4,5% impedirebbe l’accesso autonomo prima dei 18. Il resto del campione si distribuisce su opzioni diverse, con qualcuno (3,9%) che arriva anche a ritenere che non ci sia un’età giusta. Significativo che, nella fascia d’età 14-17 anni, quasi la metà precluderebbe l’accesso ai social ai loro coetanei immediatamente più piccoli. Ma che cosa dovrebbe spingere a introdurre un’età minima? Per il 59% il fatto che i più piccoli spesso non pensano alle conseguenze delle loro azioni, specie in un mondo dai confini così labili come quello digitale. Interessanti i consigli suggeriti direttamente dagli utenti alle piattaforme social per controllare l’identità di chi accede: solo per uno su 5 basterebbero delle semplici raccomandazioni. Per gli altri occorrerebbe ben altro tipo di verifiche, come il controllo del documento di identità (uno su 3), sistemi di identità digitale certificata (uno su 3) o di intelligenza artificiale per riconoscere l’età dell’utilizzatore (uno su 4), oppure il patentino (uno su 5).

E in occasione del Safer Internet Day sono stati resi noti i dati di molti report che raccontano del rapporto tra i ragazzi e il web nonché iniziative per sensibilizzare sui pericoli della Rete.

Il Digital Civility Index di Microsoft

L’Index di Microsoft, nello specifico, misura il livello di esposizione delle persone ai rischi online nei diversi Paesi coinvolti, quindi un punteggio basso implica un livello basso di esposizione ai pericoli online e di conseguenza, una posizione alta in classifica.

Secondo lo studio, a livello globale diminuisce l’esposizione di giovani e adulti ai rischi online. Il Civility Index globale migliora infatti di 3 punti: in tutto il mondo il web è percepito quindi come un luogo più civile e sicuro rispetto a un anno fa.

Trend che Microsoft ha riscontrato anche in Italia, che migliora di 2 punti rispetto allo scorso anno, posizionandosi al 12° posto in classifica. Al primo posto i Paesi Bassi, seguono il Regno Unito e gli Stati Uniti, ultimo nella classifica dei 32 Paesi si conferma anche quest’anno il Sudafrica.

Se nel mondo però questo miglioramento è trainato dai giovani, in Italia invece è vero purtroppo il contrario: rispetto a un anno fa diminuisce di 5 punti l’esposizione ai rischi online tra gli adulti e aumenta invece di 1 punto tra i teenager.

Complessivamente, in Italia emerge una percezione più positiva del livello di civiltà online, giudicato buono dal 37% degli intervistati, rispetto a un 34% a livello mondiale.

Impressioni contrastanti invece circa l’impatto della pandemia Covid-19 sulle interazioni online da parte degli Italiani: se infatti da un lato il 23% dichiara un peggioramento della civiltà (vs. 22% a livello mondiale), riscontrando una maggiore diffusione di informazioni false o fuorvianti e la manifestazione online da parte delle persone delle proprie frustrazioni, dall’altro il 28% (vs. 26% nel mondo) reputa invece l’educazione digitale migliore rispetto all’anno precedente, grazie a un maggiore senso di vicinanza e di condivisione della comunità.

“Il Microsoft Digital Civility Index di quest’anno riflette inevitabilmente quello che è stato il nostro vissuto, in un momento storico complesso come quello attuale. Abbiamo assistito a un aumento della forbice tra comportamenti corretti e inciviltà, con una crescita da un lato del senso di vicinanza e condivisione tra le persone, che ha condotto a una maggiore solidarietà anche online, dall’altro il moltiplicarsi di comportamenti scorretti, episodi sempre più frequenti di fake news ed hate speech – commenta l’Ad di Microsoft Italia, Silvia Candiani –  È preoccupante constatare inoltre la diminuzione da parte delle persone della capacità e fiducia nel saper gestire i rischi online, segnale questo della necessità costante di portare avanti progetti di sensibilizzazione su questi temi. In un periodo di distanziamento sociale in cui molti di noi passano più tempo online che offline e le piattaforme sono sempre più numerose e pervasive, il Safer Internet Day diventa un appuntamento chiave per aiutare giovani e meno giovani a un uso consapevole degli strumenti digitali, insegnando loro come proteggersi dai pericoli della rete”.

La privacy pilastro della sicurezza online

Condividere informazioni online può avere conseguenze negative. Quando si sceglie di condividere sul web commenti, foto o altri contenuti è molto probabile che attirino l’attenzione di molte persone, ma non sempre nel modo desiderato. Inoltre, le informazioni condivise online si diffondono molto più rapidamente rispetto a quanto potrebbe avvenire nel mondo reale e, una volta pubblicate, è quasi impossibile rimuoverle. Per questo motivo diventa essenziale che la presenza online di ciascun utente venga accompagnata da misure appropriate per la protezione dei dati personali. Esiste ancora troppa poca consapevolezza in materia di sicurezza informatica.

Secondo uno studio di Kaspersky, infatti, i Millennial italiani passano in media più di 7 ore al giorno online, eppure solo il 38% è consapevole di dover rafforzare le proprie competenze di sicurezza. Addirittura il 43% dei giovani italiani pensa di essere troppo noioso per suscitare l’interesse di un criminale informatico. Questo atteggiamento potrebbe rivelarsi molto pericoloso se si tiene in considerazione il prezzo molto basso a cui vengono venduti i dati sensibili nel dark web: ad esempio, per le cartelle cliniche il costo varia da 1 a 30 dollari, mentre per comprare la scansione di un passaporto ci vogliono dai 6 a 15 dollari. L’uso improprio di informazioni sensibili è solo uno dei pericoli che potrebbe avere ripercussioni sulla vita reale. Un’altra pratica che potrebbe avere conseguenze disastrose è il Doxing, ovvero la divulgazione di informazioni personali di una persona senza il suo consenso. È capitato ad un giornalista di Pitchfork, una rivista musicale statunitense, che dopo aver rivelato informazioni private ha ricevuto numerose minacce su Twitter, inclusa quella di bruciare la sua casa. I fan di Taylor Swift, invece, si erano lamentati di una recensione non troppo positiva sull’ultimo album della cantante e hanno pubblicato il numero di telefono e l’indirizzo di casa della persona che aveva scritto la recensione.

Questi esempi possono sembrare estremi ma in realtà il Doxing non prende di mira solo le persone che svolgono professioni particolari, come giornalisti o cantanti, ma include anche amici e parenti delle vittime nonché la loro carriera. Divulgando alcune informazioni personali, come ad esempio quelle che possono essere considerate più imbarazzanti, gli attaccanti causano intenzionalmente un danno. Dal momento che molti datori di lavoro o potenziali dipendenti oggi controllano i profili LinkedIn, Instagram, Facebook e Twitter per verificare che i dipendenti e i candidati siano rispettabili, la divulgazione di alcune informazioni sensibili potrebbe comportare un rischio per la reputazione sociale della persona presa di mira e quindi la difficoltà a trovare un lavoro e ad avere un reddito.

Le iniziative delle aziende

TIM. Operazione Risorgimento Digitalela grande alleanza promossa da Tim e oltre 40 partner di eccellenza per chiudere il digital divide culturale nel Paese – propone un evento live dedicato ai genitori ed educatori per l’uso consapevole della rete in famiglia. Nel corso del ‘Mese per la sicurezza in rete’, promosso dal Ministero dell’Istruzione, partiranno numerosi incontri, webinar e attività formative oltre ad appuntamenti, in collaborazione con le Associazioni dei Consumatori, per diffondere le opportunità degli strumenti digitali e la sicurezza online.

Si parte oggi con ‘Genitori in rete, consigli per figli social’ il talk show formativo previsto in diretta alle ore 18 su Repubblica.it e sul canale YouTube del Gruppo Tim: Riccardo Luna ci condurrà alla scoperta di tutto ciò che c’è da sapere per accompagnare i più giovani in rete.

Genitori, docenti ed educatori potranno porre domande agli esperti inviando per tutto il giorno un messaggio di testo o vocale al numero 337 1444410.

Importanti esponenti di Apple, Google, Facebook, Microsoft, Samsung Electronics Italia,TikTok e Fondazione Mondo Digitale spiegheranno concretamente come utilizzare smartphone, applicazioni e servizi in sicurezza.

Interverranno inoltre rappresentanti delle istituzioni come Nunzia Ciardi, Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e Guido Scorza, Componente dell’Autorità Garante per la Protezione dei dati personali ed esperti qualificati con i quali afforontare da diversi punti di vista la tematica.

Dai contributi del talk show saranno realizzate delle brevi lezioni e testimonianze che saranno  disponibili sul canale YouTube del Gruppo Tim con l’obiettivo di promuovere una campagna di sensibilizzazione sul tema.

 Inoltre, nell’ambito delle iniziative previste durante il ‘Mese per la Sicurezza in rete’, promosso dal Ministero dell’Istruzione e da Generazioni Connesse, Operazione Risorgimento Digitale con Telefono Azzurro pone al centro delle attività di formazione l’uso consapevole di Internet e dei social network.  

In particolare, per il programma ‘Scuola di internet per tutti’ sono previsti incontri con moduli di un’ora con contenuti di approfondimento utili ai genitori, nonni ed educatori per diffondere i principi dell’uso positivo della rete. 

Grazie alla collaborazione di Adiconsum, Adoc, Cittadinanzattiva, Codacons, Federconsumatori, Udicon e  Altroconsumo, ripartono  dal 23 febbraio fino alla fine dell’anno,  i webinar gratuiti e le videopillole dedicati all’uso intelligente e consapevole della tecnologia, dei nuovi servizi digitali e la prevenzione dei rischi online per tutta la famiglia.

TWITTER.Per dare ancora più valore alle conversazioni globali sulla sicurezza su Internet, Twitter ha lanciato un’emoji speciale che si attiva tutte le volte che vengono usati gli hashtag #SaferInternetDay e, in Italia, #SicurezzaInRete. L’emoji ha l’obiettivo di raggruppare ed evidenziare le conversazioni sul Safer Internet Day.

Il tema del Safer Internet Day (@safeinternetday) di quest’anno – “Together for a better internet” – mette in luce una serie di concetti che Twitter condivide come piattaforma, ovvero che Internet può sempre essere migliorato, che rimane uno strumento a favore del bene di tutti, e che è compito di ciascuno di noi renderlo uno spazio sano e sicuro. Contribuiamo tutti, e tutti noi dobbiamo fare la nostra parte.

Rendere la piattaforma un posto più sicuro non è un compito che spetta solo a Twitter, ed è per questo motivo che è così importante partecipare a #SaferInternetDay2021.

In tutto il mondo oggi e per tutto il mese di febbraio, Twitter lavorerà con la sua rete di partner per la sicurezza con l’obiettivo di orientarli al meglio, fornire sovvenzioni Ads for Good per supportare le loro campagne e collaborare su ciò che tutti possiamo fare per creare un Internet migliore.

Twitter organizzerà dei corsi di formazione sulla sicurezza, terrà presentazioni sul suo lavoro in 4 continenti e parteciperà ad eventi a livello globale per commentare la giornata.

In Europa, il social parteciperà all’evento Safer Internet Day organizzato dalla Commissione europea con Better Internet for Kids Youth Ambassadors, e organizzerà uno Youth Summit per promuovere un Internet più sicuro per tutti i cittadini, in particolare i giovani, nonché per responsabilizzare le nuove generazioni a parlare degli argomenti per loro importanti.

Sempre in Europa, Twitter ha stretto una partnership con Maldita.es, un ente non-profit indipendente che si occupa di strategie di fact-checking, per l’organizzazione di un corso della durata di una settimana dedicato alla piattaforma, specificamente progettato per educare i giovani a diventare pensatori critici e identificare la disinformazione, e che sarà disponibile in inglese tramite l’account @maldita_es e sarà localizzato in Spagna e  Germania rispettivamente tramite i profili @maldita_educa e @correctiv_org – quest’ultimo grazie alla partnership con Correctiv. Twitter ha fornito sovvenzioni Ads for Good per tutti i partner.

SAMSUNG. Samsung annuncia invece il progetto ‘Crescere cittadini digitali” un libro didattico rivolto agli insegnanti e agli studenti per supportare i giovani a crescere come cittadini digitali più consapevoli e responsabili. La guida verrà diffusa in tutte le scuole secondarie di primo grado italiane e sono già in programma diverse lezioni di educazione civica digitale on questo progetto, Samsung vuole supportare i giovani italiani, così come i loro genitori ed insegnanti, a crescere come cittadini digitale più consapevoli, in grado di valorizzare al meglio la propria presenza in rete e sui social, restando attenti e coscienti sulle insidie che si nascondono nelle pieghe del web.

“Crescere Cittadini digitali” mira ad offrire ulteriori momenti di formazione e arricchimento per le generazioni future. Dall’identità digitali all’importanza dei contenuti, dalla sicurezza dei dati alla sostenibilità, Il manuale si rivolge ai giovani studenti italiani per identificare e far comprendere quale sia il ruolo di cittadini consapevoli e responsabili del web. La guida si articola in 5 capitoli, ciascuno curato dal team di Samsung Italia, con il contributo e la supervisione di un esperto di settore.

Il progetto digital di Telefono Azzurro

Telefono Azzurro presenta il Digital Hub, una struttura che si prefigge proprio di rafforzare la cooperazione tra le Istituzioni, le aziende e il mondo della ricerca, per trovare risposte concrete alle sfide che il mondo digitale pone per i bambini e gli adolescenti.

Il Digital Hub, in particolare, svolgerà le seguenti attività:

● Assistenza agli utenti dei Servizi di Ascolto e Consulenza 1.96.96 per contatti afferenti a temi connessi al mondo digitale

● Rilevazione, osservazione ed analisi dello scenario e dei bisogni di bambini ed adolescenti, nell’ottica di anticipare l’emersione di fattori di potenziale rischio e definire approcci, strategie e soluzioni da portare avanti con gli attori pubblici (Istituzioni, Ricerca, Scuola), il mondo accademico e le organizzazioni private (Big Player digitali, Associazioni del Terzo Settore), coerenti con le proposte più innovative a livello internazionale;

● Organizzazione di percorsi educativi e formativi on line, rivolti a bambini, adolescenti, familiari ed operatori di settore.

Sulla base di tali premesse il Digital Hub, in sinergia con il lavoro della Azzurro Academy, contribuirà in misura rilevante a rafforzare la capacità di intervento di Telefono Azzurro in favore dei minori in relazione alle opportunità (al fine di valorizzarle e promuoverle) e alle minacce (per tutelare bambini ed adolescenti) che possono derivare dall’accesso al mondo del digitale.

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