STRATEGIE

“Una governance multistakeholder per Internet”, l’appello di Xi Jinping

Il presidente cinese auspica una Rete innovativa, aperta e inclusiva basata sulla collaborazione tra paesi. Ma chiede anche di rispettare la cyber sovranità in base alla quale ogni governo ha il diritto di controllare le infrastrutture e i contenuti online

Pubblicato il 07 Nov 2018

Xi-Jinping

La Cina vuole un ruolo più rilevante nella governance di Internet affinché lo sviluppo dell’economia della Rete sia più equo e inclusivo, ma rivendica anche il diritto di ogni paese di controllare i contenuti che vengono diffusi online al loro interno, a salvaguardia dei valori nazionali. Si è espresso così il presidente cinese Xi Jinping in un discorso letto per suo conto durante la conferenza su Internet organizzata nella città di Wuhzen dal ministero del cyberspazio, che vigila per conto del governo sulle informazioni che raggiungono la popolazione cinese tramite il web.

Xi ha lanciato un appello per una rafforzata cooperazione globale che permetta di far crescere il mondo dell’online e renderlo innovativo e aperto. “La Cina ha urgente bisogno di accelerare la crescita dell’economia di Internet e di lavorare per una governance più giusta ed equa”, ha detto Xi, secondo quanto riportato da Reuters.

Nel mezzo della guerra commerciale innescata dagli Stati Uniti, col presidente Donald Trump che accusa Pechino di sottrarre proprietà intellettuale agli americani per nutrire le proprie ambizioni di leadership tecnologica, Xi risponde rinnovando la spinta a dare alla Cina un ruolo da protagonista e chiedendo ai paesi di rispettare l’ideologia della “sovranità cyber”, in base alla quale ogni nazione dovrebbe essere libera di controllare e censurare le proprie infrastrutture di rete nel modo in cui ritiene opportuno.

Come noto, in Cina molti canali media e molte aziende di Internet occidentali sono bloccati, tra cui il motore di ricerca di Google e il social network Facebook. Secondo Pechino i loro contenuti sono contrari ai valori socialisti. Xi ha inasprito quest’anno i controlli con un giro di vite sull’uso delle Virtual private network (Vpn) con cui i cinesi possono aggirare i filtri del Great Firewall, la muraglia virtuale che blocca l’accesso a molti servizi e contenuti online.

Rivendicando più peso nella governance globale di Internet Xi vuole anche perorare la causa dei colossi tecnologici nazionali, come Alibaba, Baidu e Tencent, che quest’anno hanno visto rallentare bruscamente la loro crescita a causa di un quadro macro-economico deteriorato dalle tensioni commerciali con gli Stati Uniti.

La guerra dei dazi non è però l’unico fattore di incertezza per i colossi cinesi di Internet: lo stesso governo di Pechino ha appesantito l’intervento sull’industria del mondo online, impattando sulle prestazioni dei big. Ma, come dice il presidente Xi, è nel diritto dei governi controllare e pilotare l’economia del web, se lo ritengono necessario.

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