LO STUDIO

Unified Communications, i dipendenti fanno “resistenza”

Le imprese di tutto il mondo stanno valutando e implementando con entusiasmo strategie Ucc, ma giustificare la spesa non è facile e avere il sostegno degli utenti è critico. Forte l’interesse per soluzioni managed, meno per il cloud

Pubblicato il 15 Apr 2013

Le nuove tecnologie di Unified communications and collaboration (Ucc), nonché il fenomeno del Byod, stanno spingendo le aziende da un lato a elaborare nuove strategie che tengano conto delle evoluzioni del mercato e delle abitudini degli utenti, dall’altro a investire nelle innovazioni pur all’interno di un budget It che rimane sotto pressione.

La contraddizione in questo trend è che il top management chiede ai direttori It di articolare piani e strategie Ucc; tuttavia manca una assoluta chiarezza sulle diverse tecnologie coinvolte e sui vantaggi dell’adozione e quindi è difficile giustificare gli investimenti per implementare strumenti come il video aziendale o i social media per la collaborazione tra i dipendenti. Il Dimension Data 2013 Global Ucc Study, condotto in 18 paesi (Italia compresa) con la collaborazione di Ovum, evidenzia quali sono le priorità delle organizzazioni relative alle Ucc e sottolinea l’importanza di una maggiore valutazione delle esigenze degli utenti, la cui reale adozione di questi strumenti è la misura-chiave del successo dell’investimento in tecnologie di collaborazione.

I risultati dello studio sono stati confrontati con quelli della ricerca preliminare realizzata per Dimension Data nel 2007, prima dell’era degli smartphone. Nel 2007, solo il 35% delle grandi aziende intervistate aveva implementato la telefonia Ip. Oggi è più del 75%, un aumento cospicuo considerando la maturità del mercato Pbx e la riluttanza di molti responsabili a sostituire attrezzature comunque funzionanti.

Nel 2007, solo poco più del 25% degli intervistati aveva dato in outsourcing tutti gli aspetti inerenti la gestione e la manutenzione del Pbx e circa il 60% non aveva alcuna intenzione di esternalizzare la telefonia aziendale. Nell’ultima ricerca, la metà degli intervistati ha indicato che sta beneficiando di alcune forme di servizi esterni (gestiti) e più del 70% afferma che considererà l’opzione di fornitura gestita nei prossimi due anni.

“La telefonia Ip è oggi uno strumento consolidato e maturo; sono sempre più numerose le modalità di realizzazione e gestione rispetto al passato e gli scenari che si aprono alle organizzazioni alla continua ricerca di flessibilità nelle Ucc critiche; le strategie employee-centric stanno prendendo piede; la mobilità aziendale è più importante che mai e c’è una maggiore attenzione rivolta agli effetti delle Ucc in termini di processi aziendali,” commenta Roberto Fasiani, Line of Business CC & CIS Manager di Dimension Data Italia.

Ma se i risultati della ricerca indicano che le imprese di tutto il mondo stanno valutando e implementando con entusiasmo strategie e tecnologie Ucc e stanno prendendo in seria considerazione nuovi modelli di implementazione, giustificare e ottenere il sostegno anche dei dipendenti a supporto delle Ucc non è facile. Il 13% delle aziende non vede l’utilità di profilare i requisiti specifici dei dipendenti; solo il 38% delle grandi organizzazioni dichiara di aver profilato i propri dipendenti e un quinto non ha mai pensato di farlo.

“Questi dati sono allarmanti considerando l’approccio strategico che sempre più organizzazioni hanno nei confronti delle Ucc e del fenomeno Byod, il focus per rendere mobile le Uc e la social collaboration e gli obiettivi a cui aspirano per incrementare la flessibilità aziendale,” sottolinea Fasiani. “La mancanza di consapevolezza nei confronti delle esigenze degli utenti pone a rischio gli investimenti realizzati nei progetti di Ucc, specialmente se si vogliono giustificare gli investimenti in Ucc col miglioramento dei processi aziendali e l’aumento della produttività”. Non attribuire un peso significativo alle aspettative e ai requisiti dei dipendenti comporta un rischio elevato, soprattutto perché il tasso di utilizzo degli utenti è il criterio principale per valutare il successo degli investimenti Ucc.

Anche i managed services e il cloud computing impatteranno il settore, ma in misura diversa. Entro il 2015, tra il 34% e il 42% delle grandi organizzazioni dovranno prendere in considerazione l’acquisto di applicazioni di Ucc come servizio interno all’azienda ma gestito. Le aziende non dovranno ignorare le opzioni Cloud e dovrebbero anche guardare a partner di servizi capaci di gestire i propri asset e investimenti Ucc in continua evoluzione. “Tuttavia,” conclude Fasiani, “malgrado l’esistenza di soluzioni di private Cloud, nei prossimi anni le aziende continueranno ad essere caute nell’adozione della nuvola, mantenendo on-premises l’88% dei sistemi Ip-Pbx e l’83% dei bridge di audio conferenza”. La ricerca Dimension Data dimostra che oggi tra il 21% e il 36% delle applicazioni Ucc sono premise-based ma gestite da terze parti. Nei prossimi 24 mesi meno del 30% delle organizzazioni considererà le implementazioni tradizionali on-premises non gestite, ma solo il 20% valuterà seriamente il Cloud per le implementazioni Ucc.

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