IL CASO

Universal contro Spotify & Co: l’era delle esclusive streaming è già finita?

La major dichiara guerra alle uscite discografiche vincolate ai singoli servizi. La decisione dopo il caso di Frank Ocean, passato sotto la bandiera di Apple Music. Amazon osserva interessata: pronta la discesa in campo

Pubblicato il 29 Ago 2016

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Universal Music dichiara guerra alle esclusive concesse a Spotify&Co. La casa discografica statunitense, che fa parte del gruppo Vivendi, ha deciso di dire stop agli accordi esclusivi con i servizi di streaming online, accusati di essere poco profittevoli per artisti ed etichette.

La decisione dell’amministratore delegato Lucian Grainge, che guida la compagnia che lo scorso anno ha pubblicato 7 dei 10 album più venduti al mondo, rischia di infliggere un duro colpo all’ascesa delle società di music streaming, come Spotify, Dezeer e altri. Tra quest’ultimi ci sono anche Tidal, che negli ultimi 12 mesi ha distribuito in esclusiva i brani di cantanti del calibro di Beyoncé, Kanye West e Rihanna, e Apple Music, che detiene i diritti di Blonde, il brano di Frank Ocean.

Proprio il caso di Ocean, che ha stracciato il contratto con la Universal, chiuso tramite la controllata Def Jam, per scegliere in totale autonomia la distribuzione del suo brano su Apple Music in autonomia, è secondo molti osservatori la goccia che ha fatto traboccare il vaso di Grainge, spingendolo ad affilare le armi contro lo streaming. Bisognerà vedere se anche gli altri colossi dei diritti musicali come Sony e Warner decideranno di seguire il manager di Universal sul campo di battaglia. Spettatore delle ultime ore Amazon, che sta cercando di chiudere accordi di distribuzione con le case discografiche per il lancio di nuovi servizi di streaming musicale.

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