LA STRATEGIA

L’Europa digitale di Ursula von der Leyen: “Più investimenti in AI e privacy”

Più risorse per 5G e blockchain nel programma della futura Commissione Ue. Tra le proposte anche la creazione di un’Unità congiunta per la cybersecurity e un nuovo Digital services act sulla responsabilità delle piattaforme digitali. Sulla web tax: “Senza soluzione Ocse l’Ue avanti da sola”

Pubblicato il 17 Lug 2019

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Nell’Europa più ambiziosa delineata da Ursula von der Leyen nelle sue linee guida politiche per la prossima Commissione europea 2019-2024 anche le strategie digitali dovranno permettere all’Ue di fare il salto di qualità sullo scenario globale. Si tratta di uno scenario dominato dai colossi hitech americani e asiatici, ma l’Europa può puntare sulla standardizzazione del 5G e sulle innovazioni del prossimo futuro, come intelligenza artificiale, blockchain e calcolo quantistico, trasformandosi in modello per gli altri paesi con uno sviluppo all’insegna dell’etica, della sicurezza, della privacy e dell’equità fiscale.

“Voglio che l’Europa rafforzi l’impegno e raggiunga obiettivi più alti cogliendo le opportunità dell’era digitale senza mai violare i confini della sicurezza e dell’etica”, ha indicato von der Leyen nelle sua “agenda per l’Europa”. La candidata tedesca ha avuto ieri sera il voto favorevole del Parlamento Ue ed è diventata la prima presidente donna della Commissione europea. “L’Europa già fissa gli standard nelle telecomunicazioni. È ora di replicare questo successo e sviluppare standard congiunti per le nostre reti 5G”. Tecnologie digitali, intelligenza artificiale, Internet of things e connettività 5G stanno già rivoluzionando l’economia e la società e “forse è troppo tardi per replicare gli hyperscaler, ma non è troppo tardi per ottenere la sovranità tecnologica in alcune aree tecnologiche cruciali”.

La neo eletta presidente dell’esecutivo Ue propone di aumentare gli investimenti nelle prossime rivoluzioni tecnologiche – blockchain, high-performance computing, quantum computing, algoritmi e strumenti che permettono la condivisione e l’utilizzo dei dati – sia tramite il Multiannual financial framework che un maggior ricorso ai partenariati pubblico-privati. “Definiremo insieme degli standard per questa nuova generazione di tecnologie che diventeranno la norma globale”, ha indicato la von der Leyen. E ancora: “Dati e AI sono gli elementi dell’innovazione che ci possono aiutare a trovare soluzioni alle sfide della società, dalla sanità all’agricoltura, dalla sicurezza al manufacturing”.

Questo potenziale innovativo può essere liberato trovando “la via europea”, in equilibrio tra libero flusso e ampio uso dei dati e difesa della privacy, della sicurezza e degli standard dell’etica. “Lo abbiamo già fatto con la General data protection regulation e molti paesi hanno seguito il nostro esempio”.

Perciò la priorità della von der Leyen, nei suoi primi 100 giorni in carica, sarà di proporre “una legislazione per un approccio coordinato alle implicazioni umane e etiche dell’intelligenza artificiale”. Ciò includerà un’analisi di come si potranno usare i Big data per rendere più prospere le imprese e l’intera società.

Inoltre, “un nuovo Digital services act aggiornerà le regole su sicurezza e responsabilità di piattaforme, servizi e prodotti digitali e completerà il Digital single market”.

In ottica cybersicurezza, verrà proposta l’istituzione di una Cyber Unit congiunta per accelerare sull’information sharing e migliorare la protezione dei dati.

La von der Leyen mostra determinazione anche sulla web tax, convinta che il prelievo fiscale deve avvenire laddove vengono generati i profitti, dando contributo allo stato sociale, ai sistemi scolastici e universitari, alle infrastrutture pubbliche. “Il sistema fiscale dell’Ue e quello internazionale hanno urgente bisogno di riforme. Non sono adatti alle realtà della moderna economia globale e non rispecchiano i nuovi modelli di business del mondo digitale”. Tra le priorità c’è dunque la tassazione delle grandi tech companies: sulla digital tax sono in corso le trattative in ambito Ocse, ma “se per la fine del 2020 non si arriverà a una soluzione globale per una tassazione digitale equa, l’Ue dovrebbe agire in via autonoma”.

Nelle linee programmatiche della von der Leyen non manca il capitolo competenze: “Il miglior investimento nel nostro futuro è l’investimento nelle persone. Le competenze e l’istruzione sono il traino della competitività e dell’innovazione europea. Ma l’Europa non è ancora del tutto pronta. Mi assicurerò che usiamo tutti gli strumenti e fondi a disposizione per colmare il divario”. Per questo la von der Leyen si dice determinate a rendere realtà entro il 2025 la European education area: “Dobbiamo abbattere le barriere alla formazione e migliorare l’accesso all’istruzione di qualità”. L’Europa deve semplificare lo spostamento degli studenti tra gli istituti dei diversi paesi Ue (la von der Leyen appoggia l’idea del Parlamento Ue di triplicare il budget per Erasmus +), ma anche “cambiare la cultura dell’istruzione e concepirla come un percorso che dura tutta la vita e ci arricchisce”.

La von der Leyen ritiene fondamentale accelerare il passo dell’Europa sulle skill digitali per giovani e meno giovani, aggiornando il Digital education action plan. “Dobbiamo ripensare la formazione sfruttando il potenziale offerto da Internet” con i corsi online; “l’alfabetizzazione digitale deve essere la base per tutti”.

Infine, il settore pubblico ha un ruolo importante nello stimolare la trasformazione digitale e la von der Leyen spingererà per la piena digitalizzazione della stessa Commissione europea: “Penso che questo renderà l’istituzione più agile e flessibile e anche più trasparente nel suo funzionamento”, con “meno gerarchie e più collaborazione” e una nuova mentalità proiettata al futuro.

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