Facebook si prepara a un possibile caos post-voto legato alle elezioni presidenziali Usa del 3 novembre prossimo. Il piano che è stato messo a punto dai vertici del social media includono, riporta il Wall Street Journal, il rallentamento della diffusione dei post man mano che diventano virali tramite l’alterazione dell’algoritmo che governa le news feed in modo da modificare quali contenuti gli utenti vedono e cambiando temporaneamente le regole che definiscono alcuni contenuti come pericolosi e le tutele dell’azienda sulla rimozione di certi messaggi.
Si tratta di strategie che Facebook ha già adottato in Paesi cosiddetti “a rischio”, come Sri Lanka e Myanmar, ovvero con un alto tasso di violenza per motivi politici, etnici o religiosi.
Facebook ha già adottato una strategia di controlli sulle fake news in occasione delle elezioni europee dello scorso anno.
Facebook teme i disordini. Ma la libertà di parola?
Le elezioni presidenziali americane di quest’anno si preannunciano tra le più “calde” della storia degli Stati Uniti per le forti divisioni politiche e sociali ma anche, e soprattutto, per gli scenari inediti creati dalla pandemia che ha reso necessario il ricorso al voto via posta per limitare spostamenti e rischi di ulteriori contagi.
Facebook è pronta a sfoderare i suoi algoritmi che evitano la diffusione incontrollata di messaggi d’odio o notizie non accreditate o false se dovessero verificarsi circostanze particolarmente gravi, come violenze legate allo svolgimento o all’esito delle elezioni.
Tuttavia alcuni dipendenti del social media si sono detti preoccupati dalla strategia aziendale perché potrebbe finire, pur se non intenzionalmente, col nascondere delle legittime discussioni politiche.
Scontro con Donald Trump
Facebook da alcuni anni è nel mirino per la gestione di hate speech e fake news. Proprio in Myanmar i violenti messaggi postati contro i musulmani Rohingya e l’incapacità della piattaforma di esercitare un controllo sono stati largamente criticati. La stessa azienda americana ha ammesso di non aver fatto abbastanza per evitare che il suo network fosse usato per fomentare le divisioni e incitare alla violenza offline e ha promesso di agire per evitare il rischio che si ripetano negligenze del genere.
In un blog post di agosto il ceo di Facebook, Mark Zuckerberg, ha annunciato che preparerà la sua audience al voto con uno specifico programma di formazione e combatterà le fake news con precise regole su ciò che si può pubblicare riguardo ai risultati non definitivi del voto. Ad agosto Zuckerberg ha ribadito che le elezioni presidenziali Usa di quest’anno “non saranno business as usual” e di essere preoccupato “che, con la nostra nazione così divisa e col fatto che ci potrebbero volere giorni o settimane per avere l’esito finale dell’elezione, possa crescere il rischio di disordini civili in tutto il paese”.
Il presidente Donald Trump ha più volte criticato il voto per posta affermando che potrebbe non accettarne il risultato perché, sostiene Trump, non è affidabile. Queste dichiarazioni hanno spinto tutte le piattaforme social ad attrezzarsi per evitare una diffusione virale di esiti parziali del voto e notizie infondate che possono scatenare disordini e violenze.
Giro di vite sulle ads politiche
Facebook lo scorso mese ha anche annunciato che non accetterà nuove ads politiche a partire da una settimana prima delle elezioni (le ads già approvate continueranno a essere postate). Il social media ha anche creato un centro informazioni per gli elettori che compare in cima alle news feed sia di Facebook che di Instagram e fornirà i risultati ufficiali del voto in tempo reale, appena saranno disponibili, grazie a una partnership con Reuters. Facebook segnalerà ai suoi utenti qualunque post che dichiarerà una vittoria ancora non confermata dagli spogli delle schede e rimuoverà ogni post contenente disinformazione sul voto e anche sul Covid-19.
L’azienda di Zuckerberg potrebbe spingersi oltre: secondo The Verge, potrebbe arrivare a bandire per sempre le ads politiche dopo le presidenziali del 3 novembre.