TECH REGULATION

Usa, col Senato Dem riparte l’agenda digitale: focus su net neutrality, gig economy e privacy

Il ritorno della maggioranza Democratica alla Camera alta potrebbe significare il ripristino delle norme sul servizio di banda larga, l’approvazione di un “Gdpr” all’americana, il divieto per il riconoscimento facciale e un freno antitrust su Google&co

Pubblicato il 11 Gen 2021

Senato Usa

Nuovo slancio alla strategia digitale americana con maggiore enfasi sulla regulation: è quanto prevedono gli analisti Usa con il passaggio dall’amministrazione Trump a quella guidata dal presidente eletto Joe Biden. In particolare, la riconquista della maggioranza al Senato per il Partito Democratico permetterà e di riprendere in mano alcune proposte di legge sull’industria tecnologica che la Camera alta controllata dai Repubblicani ha tenuto nel cassetto.

Sul tavolo torneranno i grandi temi discussi già in era Obama, come la net neutrality. Più controllo sulla privacy dei dati, sulla tecnologia emergente del riconoscimento facciale e sulle ads politiche saranno gli altri temi “caldi” per i legislatori, insieme alle questioni antitrust e alla responsabilità penale dei social media sui contenuti postati.

Le misure di risposta alla pandemia – sanitarie, economiche, sociali – continueranno ad essere prioritarie per Biden, ma le consegne di potere daranno comunque modo ai Democratici di far avanzare la loro agenda politica digitale.

Il ritorno della net neutrality

“I Democratici devono mettersi subito al lavoro per proteggere i diritti fondamentali degli individui nell’era digitale”, ha affermato Evan Greer, direttore del gruppo bipartisan Fight for the Future. “Questo significa nominare rapidamente un nuovo presidente per la Federal communications commission (Fcc) che ripristini le norme sulla net neutrality e assicuri che ogni americano abbia accesso a Internet a prezzi accessibili”, un’esigenza quanto mai vitale in questo periodo di pandemia.

La Fcc dovrà infatti prendere posizione sulla net neutrality e decidere se ripristinare le regole volute da Obama che catalogavano la banda larga come servizio pubblico o restare sulla linea di Trump e del “suo” presidente della Fcc Ajit Pai, che ha ribaltato quelle regole. Potrebbero arrivare anche dei parametri per i pacchetti con cui viene commercializzato l’accesso alla banda larga, quanto mai fondamentale per un’America che deve ricorrere in modo massiccio (come tutti i Paesi) allo smart working, alla didattica a distanza e a tante altre attività online.

Il dibattito sullo scudo penale per i social

Secondo Greer anche la Section 230, ovvero lo “scudo penale” per i social media in merito ai contenuti postati, sarà uno dei temi chiave dell’agenda politica del Senato sul mondo hitech. Democratici e Repubblicani concordano sulla necessità di aggiornare questo statuto che protegge le piattaforme digitali in nome della libertà di parola, ma non esiste un consenso su come procedere con la riforma. È probabile che la protezione penale resti ma in forma e misura diversa.

Altre misure chiave proposte dal Senato a maggioranza Dem potrebbero essere una normativa nazionale sulla protezione dei dati personali, il divieto di utilizzo delle tecnologie di riconoscimento facciale e un severo controllo sull’advertising politico sulle piattaforme digitali.

Impatti per le Big tech

Secondo un’analisi di Cnbc.com, la presidenza Biden e il controllo Democratico del Senato possono determinare diversi cambiamenti nell’agenda digitale americana. Tra le nomine-chiave sono attese quelle del presidente della Fcc ma anche del Procuratore generale e del segretario al Lavoro. Il Labor department dovrà infatti occuparsi della questione dei lavoratori della gig economy, cercando una normativa a livello federale che avrà impatti su aziende quali Uber e Lyft.

Allo studio del Senato c’è anche una riforma della legge antitrust. La sottocommissione giudiziaria ha completato la sua indagine su Amazon, Apple, Facebook e Google e ha concluso che ognuna di queste aziende detiene un potere monopolistico. La riforma potrebbe essere più o meno severa, ma si concentrerà probabilmente sul controllo delle operazioni di acquisizione e fusione, per evitare che i grandi player acquistino sistematicamente i concorrenti più piccoli eliminando possibili minacce al loro “monopolio” di mercato.

Un’altra bozza di legge che potrebbe essere ripresa in mano e approvata è l’Honest ads act, avanzata da un gruppo bipartisan di Senatori che vuole rendere le piattaforme digitali soggette agli stessi obblighi di disclosure sulle pubblicità digitali cui sono soggetti gli altri media.

Una legge sulla privacy

Anche durante la presidenza Trump il Senato ha espresso la necessità di un rafforzamento della difesa della privacy, ma per i Repubblicani lo standard federale doveva essere esteso senza modifiche ai vari Stati, mentre i Democratici sono più propensi a fissare delle norme generali e a lasciare gli Stati liberi di inasprirle, se lo ritengono necessario. Gli osservatori di mercato pensano che questa riforma sarà tra le priorità del legislatore.

Anche sulla controversa tecnologia del riconoscimento facciale il Congresso agirà probabilmente in tempi rapidi. Sia alla Camera dei rappresentanti che al Senato i Democratici hanno chiesto uno stop all’utilizzo della facial recognition da parte delle forze dell’ordine. Alcune aziende, come Amazon, Ibm e Microsoft, hanno volontariamente deciso di non vendere più queste soluzioni, ma ora il Congresso cercherà una base legale che ponga termini e condizioni vincolanti su scala nazionale.

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