Trattare Internet come una utility? E’ stato già fatto, in Europa, e ha effetti deleteri su innovazione e costi. Lo scrivono oggi sul Wall Street Journal Rick Boucher, ex parlamentare americano per il Partito Democratico, presidente onorario della Internet Innovation Alliance, e Fred Campbell, ex direttore del Wireless Bureau della Federal Communications Commission. L’intervento arriva a pochi giorni dalla proposta del presidente della Fcc Tom Wheeler di riclassificare gli operatori della banda larga sotto il Title II del Communications Act, trattandoli come servizi pubblici.
“L’Europa usa una regolazione pesante di Internet dal 2002 e i risultati rappresentano un campanello d’allarme per quello che gli Stati Uniti possono aspettarsi”, scrivono Boucher e Campbell. “Gli Usa hanno finora beneficiato di un approccio light-touch che ha favorito gli investimenti, la concorrenza e una maggiore capacità broadband che nell’Unione europea”.
Secondo uno studio condotto dalla Internet Innovation Alliance, gli operatori americani della banda larga fissa hanno investito 137 miliardi di dollari nel 2011 e 2012, oltre 4 volte più degli operatori europei nello stesso periodo (31 miliardi). Gli operatori mobili Usa hanno investito 55 miliardi di dollari, il doppio degli europei (29 miliardi).
In particolare, per Boucher e Campbell, il regime regolatorio europeo che ha aperto l’accesso all’ultimo miglio, obbligando gli operatori di rete fissa a mettere le loro reti a disposizione dei concorrenti a un prezzo regolato, non riesce ad incentivare la concorrenza. In Europa, infatti, potenti incumbent controllano il 65% del mercato telefonico, mentre negli Usa il 59% del mercato telefonico locale è servito da nuovi competitor. Più del 90% delel famiglie americane può scegliere tra 10 o più provider.
Ancora, lo studio sostiene che il 76% delle famiglie americane può scegliere tra 3 o più fornitori della banda larga fissa, mentre in Europa meno del 50% delle famiglie ha tanta scelta. E per la Internet Innovation Alliance il motivo è da ricercarsi nella scarsità di investimenti in Europa.
Lo studio continua con i confronti: l’82% delle famiglie americane accede all’ultra-broadband, contro il 63% delle famiglie Ue. Sul mobile, solo il 30% delle famiglie europee accedeva all’Lte nel 2012, contro il 79% delle famiglie americane.
Boucher e Campbell temono che la Fcc non applicherà, come promesso, in modo light le regole delle utility al settore della banda larga e che la leadership tecnologica americana rischia di svanire come effetto del congelamento degli investimenti. E solo gli investimenti possono creare innovazione, sostiene lo studio, come dimostra il “cattivo esempio” dell’Europa. La stessa Ue lo ha riconosciuto, concludono Boucher e Campbell, raccomandando nel 2013 che i regolatori degli Stati membri non imponessero i prezzi di accesso wholesale alla realizzazione delle reti di nuova generazione. I due esperti americani temono addirittura che proprio per il fatto che l’Europa allenta la sua regolazione mentre gli Stati Uniti introducono nuove norme più “pesanti” i capitali da investire nelle Tlc possano lasciare l’America verso l’Ue.