Manovre hard boiled nella grande pentola dei social network. Nel
tentativo di arginare l’emorragia di utenti in migrazione dalla
sua creatura MySpace – l’aveva comprata nel luglio del 2005 per
580 milioni di dollari – verso l’avversario Facebook, Rupert
Murdoch rimescola le carte mettendo mano al management e a pochi
giorni dall’uscita del Ceo e co-fondatore Chris DeWolfe lo
rimpiazza con Owen Van Natta, guarda caso ex Chief Revenue
Officer di Facebook (nonché a suo tempo vice president of
worldwide business and corporate development di Amazon e chief
executive a Playlist, una società di musica online).
Ora spetterà a Van Natta, 39 anni, il compito di reinventare
Myspace risollevandola dalla crisi e rinnovandola da un punto di
vista tecnologico. Nonostante rimanga la regina dei siti di social
network Usa (dove peraltro i visitatori unici in marzo sono calati
del 3,6% rispetto al 2008), sul fronte mondiale è stata
abbondantemente sorpassata da Facebook (200 milioni di visitatori
contro i 130 di Myspace). Ma la grana più grossa da risolvere è
il contratto da 900 milioni di dollari per il search advertising
con Google che scadrà nel 2010. Contratto grazie al quale MySpace
rivendica la propria superiorità su Facebook in quanto a ricavi
pubblicitari. In questo senso Van Natta è sembrato l’uomo
giusto: a Facebook era stato l’uomo chiave per la chiusura di un
contratto da 240 milioni di dollari con Microsoft.
Il giro di poltrone non finisce qui. MySpace vede l’ingresso di
due veterani delle start up tecnologiche. Si tratta di Michael
Jones che diventa chief operating officer e di Jason Hirschhorn che
viene nominato chief product officer. Entrambi vengono da start up
poi inglobate dalle major. In particolare, Jones arriva da
Userplane, acquisita da Aol nel 2006, mentre Hirschhorn è stato
presidente di Sling Media’s Entertainment Group e chief digital
officer a Mtv. Sia Jones che Hirschhorn riporteranno a Van
Natta.
Van Natta l’acchiappa-pubblicità. Risolverà i guai di Murdoch?
Pubblicato il 30 Apr 2009
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