“Sono d’accordo con questa fusione: è quello che ci voleva. Ma adesso si andrà avanti su altri tavoli, anche nel fisso…”. Francesco Vatalaro, professore ordinario di Telecomunicazioni all’Università di Roma Tor Vergata, prevede una rivoluzione nel mercato tlc italiano. “Rivoluzione positiva, anzi: necessaria. Per competere e innovare”.
Professore, che idea si è fatto della possibile fusione?
Indubbiamente è la direzione verso cui bisogna andare per rafforzare le aziende tlc del Paese. Nel mobile la presenza di quattro operatori ha portato al calo dei prezzi, come dimostrano diversi studi, quindi le risorse economiche per ciascuno rischiano di non essere sufficienti per investire sull’Lte, sulle nuove tecnologie. Queste forme di razionalizzazioni sono importanti, per l’innovazione. Sono favorevole. Anzi andrebbe fatto anche un altro discorso, ancora non aperto in Italia
Quale?
Non ci sarà più distinzione tra fisso e mobile, in futuro. Il 5G vedrà la piena convergenza tra le due tecnologie. Servirà una distribuzione di fibra molto capillare per avere porte mobili che arrivino in tutti gli edifici. Sarà difficile distinguere tra operatore fisso e mobile. E c’è anche il paradigma dell’internet delle cose, che andrà avanti. Tutto questo ci porta a una conseguenza: anche sul fisso bisognerà procedere con integrazioni e razionalizzazioni. In Europa finora il consolidamento ha riguardato in prevalenza gli operatori mobili, ma penso che a breve investirà anche quelli fissi. Tra loro e con i mobili.
In Italia quali consolidamenti prevede, allora?
Si parla da tanto di un incontro tra Fastweb e Vodafone. E poi abbiamo una pletora di piccoli soggetti che fanno riferimento ad Aiip e Assoprovider e che nascono dalla vecchia logica dell’internet service provider. Ormai però svaniscono le differenze tra telco e provider, poiché andiamo verso il paradigma dell'”All IP”. Vorrà dire che anche questi soggetti dovranno pensare di rafforzarsi. A non essere più così framentati sul territorio e ad assumere dimensioni maggiori, per competere. Dovrebbero trovare per esempio forme di aggregazione societarie. In futuro non ci sarà più tanto spazio per operatori così piccoli e locali. D’altra parte, vedi gli Stati Uniti: avevano una polverizzazione di operatori e ora hanno un numero molto limitato di operatori.
Forse alla fine un mercato troppo concentrato, a detta dei regolatori e considerando l’alto livello dei prezzi in quel mercato
Sì, forse troppo concentrato; ma in Europa siamo agli eccessi opposti. La concorrenza è un bene non ma non si protegge con soggetti troppo piccoli.