Nel primo semestre del 2024, le startup e pmi del settore Life Science hanno raccolto 166 milioni di euro in 24 round di investimento, pari al 90% del totale raccolto nell’intero 2023. Circa due terzi dei round hanno visto coinvolte startup dei settori Biotech/Pharma e Med Tech, con l’importo investito nel settore Med Tech che è quintuplicato in questo primo semestre, passando dai 23 milioni di euro del 2023 ai 114 milioni di euro nel primo semestre 2024. Tra il 2019 e il primo semestre 2024, Biotech/Pharma è il settore del Life Science che ha raccolto la maggior parte degli investimenti (46%), seguito da Med Tech con il 41,5% e Digital Health con 9%, Healthcare Product and Service 3,5% degli investimenti.
È quanto emerge dalla seconda edizione di Listup, il primo Osservatorio di ricerca pluriennale realizzato da Indicon Società Benefit con l’obiettivo di analizzare l’ecosistema italiano delle imprese innovative in ambito Life Science. L’Osservatorio – realizzato in collaborazione con Growth Capital, Italian Tech Alliance e InnovUp – ha avuto il patrocinio di Angel4Woman, Club degli Investitori, Cluster lombardo scienze della vita e Iab – Italian Angel for Biotech e il contributo per quanto riguarda le analisi sui dispositivi medici del Centro studi di Confindustria DM. Questa seconda edizione è riferita al periodo 2019 – 2024 (primo semestre).
Cresce l’innovazione nel Life Science
Lo scenario delineato da Listup vede una crescita del peso dell’innovazione nelle scienze della vita: su 14.160 imprese innovative registrate e ancora attive, le imprese Life Science rappresentano l’11,2%. Le startup Life Science costituiscono il 10,5% di tutte le startup innovative (1.240 su 11.798), mentre le pmi Life Science rappresentano il 14,5% (343 su 2.362). Di queste, il 37% appartiene al settore Digital Health, il 29% al Med Tech, il 24% a Prodotti/servizi sanitari e il 10% a Biotech/Pharma. Hanno sede principalmente in Lombardia (28%) e in particolare nell’area di Milano (20% del totale italiano). Le imprese del settore hanno una presenza femminile pari al 17% contro il 13% registrato in generale in tutti i settori, una maggiore presenza di brevetti o software registrati (33% contro il 27% complessivo) e una presenza di tecnologie che utilizzano l’AI del 22%. Nel primo semestre 2024 le nuove imprese innovative registrate hanno sfiorato quota 1400.
Startup innovative: il 40% è del Digital Health
Dal 2019, le start-up innovative Life Science registrate e ancora attive sono 1240. Il 40% appartiene alla categoria Digital Health, seguita da MedTech (28%), Healthcare P/S (23%) e Biotech/Pharma (9%). Rispetto al primo semestre 2023, i trend del primo semestre 2024 mostrano una crescita nei settori Digital Health (+62,8%), Biotech/Pharma (+18,8%), Healthcare P/S (+12,5%), e un calo nel Med Tech (-53,1%).
Nel primo semestre 2024 sono state registrate 139 nuove start-up LS, mentre sono state cancellate 51 start-up, il 65% delle quali ha perso il proprio status innovativo, il 25% è stato liquidato e il 10% si è trasformato in pmi innovative. Il tasso di cancellazione nella LS è inferiore a quello complessivo (-6,8% contro -8,7%), mentre la registrazione di nuove start-up è superiore (+18,4% contro +15,1%) rispetto al totale delle startup innovative. Il 55% delle start-up Life Science ha una capitalizzazione inferiore a 10.000 euro, contro il 58% complessivo e Il 5% genera ricavi superiori a 1 milione di euro.
Pmi innovative: Med tech in prima linea con il 36%
Dal 2019, le pmi innovative Life Science registrate e attive sono 343 e rappresentano il 14,5% contro il 10,5% delle start-up Life Science. La categoria Med Tech è la più rappresentata (36%), seguita da Digital Health (26%), Healthcare Products/Services (24%) e Biotech/Pharma (14%). Nel primo semestre 2024 sono state registrate 36 nuove pmi innovative Life Science (17,5% delle 206 totali), in crescita rispetto alla media.
Il 15% delle pmi Life Science LS ha una capitalizzazione inferiore a 10.000 euro, mentre il 41% genera ricavi superiori a 1 milione di euro.
Lazio: sul piatto 75 milioni per consolidare imprese e startup
Intanto la Regione Lazio ha presentato la nuova strategia regionale sul capitale di rischio. Un innovativo programma d’interventi gestito da Lazio Innova che, attraverso una dotazione complessiva di 75 milioni di euro, sostiene la crescita e il consolidamento di imprese e startup del territorio.
Quattro strumenti di venture capital
I quattro strumenti di venture capital sono in parte una evoluzione intelligente dei precedenti e in parte del tutto nuovi.
Lazio Venture 2 (LV2), un fondo di fondi con una dotazione prevista di euro 44,6 milioni di euro (considerando anche 7 milioni di euro che verranno aggiunti nelle prossime settimane nell’ambito della modifica in corso del PR Fesr 21-27) che investe in uno o più fondi di venture capital, da selezionare attraverso un call pubblica, e ha l’obiettivo prioritario di creare almeno un fondo dedicato esclusivamente al Lazio oltre a poter replicare lo schema dei fondi paralleli introdotto in Italia con Lazio Venture nel 2017.
Venture Tech Lazio (Vtl), un nuovo fondo di fondi che, con una dotazione di 12,04 milioni di euro, opera attraverso un innovativo schema contrattuale selezionando venture accelerator qualificati (quali acceleratori, incubatori, venture builder, ecc.) che forniscono sia capitali che servizi per lo sviluppo delle startup.
TT Venture Lazio (Ttvl), un nuovo fondo diretto con una dotazione di 3,31 milioni di euro, parte integrante del programma di pre-accelerazione in ambito tech transfer della Regione Lazio gestito da Lazio Innova (TT Lazio) che ha l’obiettivo di generare impresa innovativa dal mondo della ricerca.
Innova Venture 2 (IV2), un fondo diretto con una dotazione di 5,25 milioni di euro che si focalizzerà su investimenti diretti in startup/imprese, anche più resilienti o con modelli di business meno scalabili, insieme a co-investitori indipendenti.