Il venture capital è in calo: secondo il Rapporto realizzato dall’Osservatorio Venture Capital Monitor – VeM attivo presso Liuc Business School, con l’aiuto di Aifi, il 2023 si è chiuso con 330 operazioni (initial e follow on), con un -11% rispetto alle 370 del 2022. I nuovi investimenti, initial, sono stati 273 rispetto ai 310 del 2022. Per quanto riguarda l’ammontare investito sia da operatori domestici che esteri in startup italiane, il valore si attesta a 1,1 miliardi di euro distribuiti su 302 round, in diminuzione rispetto a poco meno di 1,9 miliardi per 349 operazioni del 2022. Stabile, invece, l’ammontare investito in realtà estere fondate da imprenditori italiani, circa 300 milioni di euro distribuiti su 28 operazioni (21 nel 2022). Sommando queste due componenti, il totale complessivo si attesta a 1,4 miliardi di euro (erano quasi 2,2 miliardi nel 2022).
Un terreno fertile su cui continuare a investire
“In un anno seppur difficile, come lo è stato il 2023, sono state realizzate complessivamente oltre 300 operazioni, segno che il mercato italiano del venture capital sta consolidando il nuovo livello di sviluppo raggiunto, nell’auspicio di colmare il gap rispetto ai mercati più evoluti – dichiara Innocenzo Cipolletta, presidente Aifi – Nonostante la mancanza di grandi operazioni, il numero elevato di quelle realizzate è il segnale di un terreno fertile su cui poter continuare a investire per puntare a nuovi campioni dell’innovazione”.
“Negli ultimi cinque anni sono stati lanciati oltre 40 fondi domestici che hanno accelerato la crescita dell’innovazione nel nostro Paese – afferma Anna Gervasoni, prorettrice Liuc-Università Cattaneo – questo dimostra l’importanza della presenza di operatori dotati di significativi capitali e per questo è necessario sollecitare i grandi investitori istituzionali a credere in questo settore.
Technology Transfer: investimenti per 235 milioni di euro
Il totale degli investimenti in TT (Technology Transfer) 2023 è stato pari a 235 milioni di euro su 68 operazioni. Questi risultati sono arrivati grazie anche all’impatto dei fondi della piattaforma ITAtech che a oggi hanno raccolto complessivamente oltre 300 milioni di euro realizzando, dal 2018, 168 investimenti per un ammontare totale pari a oltre 360 milioni di euro (compresi i co-investitori). Relativamente alle sole startup con sede in Italia, venture capital e corporate venture capital hanno investito 559 milioni di euro su 200 round, le attività di sindacato tra venture capital, corporate venture capital e business angel hanno fatto registrare investimenti pari a 526 milioni di euro su 102 operazioni e i soli business angel hanno investito 34 milioni in 71 round. Il totale di queste attività porta la filiera dell’early stage in Italia ad aver investito oltre 1,1 miliardi di euro su 373 round. Aggiungendo anche gli investimenti in startup estere con founder italiani, il totale complessivo si attesta a oltre 1,4 miliardi di euro su 405 round.
Lombardia in prima linea
Come per gli anni passati, a livello di investimenti initial, la Lombardia è la Regione in cui si concentra il maggior numero di società target, 113, coprendo il 46% del mercato (era il 44% nel 2022, con 124 società). Seguono Lazio (13%) e Piemonte (8%). Dal punto di vista settoriale, l’Ict monopolizza l’interesse degli investitori di venture capital, con una quota del 38% delle società target. L’Ict è costituito per il 32% da operazioni su startup nel comparto dei digital consumer services, e per il 68% su società con focus su enterprise technologies. A seguire, il 12% delle target oggetto di investimenti initial è stato diretto verso l’Healthcare, il 9% verso il comparto degli altri servizi, trainati dall’edutech; Fintech e Energia e Ambiente, invece, attraggono il 7% degli investimenti.