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Venturi: “Agenda digitale, serve più capacità di fare sistema”

Per l’Agenda digitale si apre una nuova fase, ma l’Italia rimane fanalino di coda nei primi segnali di ripresa e nell’uso delle tecnologie. E’ sufficiente concentrarsi sulle priorità individuate dal Crescita 2.0 o politica e istituzioni devono fare di più? Ecco cosa ha risposto al Corriere delle Comunicazioni l’Ad HP Italia

Pubblicato il 26 Gen 2014

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L’Agenda digitale rappresenta un’opportunità straordinaria per l’Italia, un “new digital deal”, catalizzatore di idee e risorse, che ha portato diversi attori a collaborare su un progetto comune di innovazione e trasformazione del nostro Paese. Prioritario è sicuramente accelerare l’implementazione dei decreti attuativi, favorendo partnership concrete tra pubblico e privato, con l’obiettivo di attivare il processo, realizzando un’Agenda digitale di qualità. Questo non è però sufficiente, se si continua a ragionare in termini di singole iniziative; occorrono visione di insieme e coordinamento tra i progetti delle diverse amministrazioni. L’approccio non può più fondarsi sull’“Or” ma deve evolvere verso l’“And”, per portare avanti i vari progetti parallelamente e in modo congiunto. Per favorire l’innovazione, inoltre, gli investimenti non possono prescindere da infrastrutture aperte, mobili e open standard, che si basino su open data – per creare le “condizioni affinché” innovatori e start up possano sviluppare nuovi modelli di business.


La capacità di fare sistema in un contesto precompetitivo rappresenta un elemento importante per favorire l’innovazione e la crescita, estendendo la filiera. E’ in questa logica che sono impegnato personalmente nei contesti associativi, indispensabili per estendere la filiera e “fare sistema”. Ad esempio, nell’ambito dell’iniziativa di Assolombarda “Far volare Milano”, sarò responsabile per tre progetti strategici relativi a Startup Town, crowdfunding, ed attrazione degli investimenti. L’Agenda digitale è un progetto che invita l’Italia a trasformarsi. Tale trasformazione deve coinvolgere la pubblica amministrazione, le imprese, ma anche e soprattutto i cittadini. Il fattore culturale, ossia la creazione e diffusione di cultura digitale per colmare il digital gap, rappresenta una sorta di “anello mancante” per dare reale concretezza all’ Agenda Digitale. Per questo considero molto importanti progetti come “Go On Italia”, di cui HP è partner, un’iniziativa che parte dal Friuli Venezia Giulia per diffondere internet e la formazione digitale nelle scuole, Pmi, pubbliche amministrazioni e sugli utenti over 50.

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