L’azione istituzionale non può prescindere dalla completa attuazione dell’Agenda digitale per supportare e stimolare un efficace processo di trasformazione e una reale ripresa. Attraverso programmi di integrazione delle politiche economiche è necessario definire una visione sistematizzata a livello Paese che coinvolga i vari attori: PA, imprese, cittadini. Senza dubbio l’elemento chiave sarà l’investimento sul digitale secondo tre direttrici: la prima incentrata sulla digitalizzazione per ridurre la spesa che – attraverso la riduzione dei costi della macchina amministrativa (es: settore della giustizia, della scuola) – consentirà di destinare una quota significativa dei risparmi allo sviluppo di progetti innovativi. Il secondo ambito è rappresentato dalla “semplificazione”, ovvero l’utilizzo del digitale per rivedere, ottimizzare funzioni e processi, riducendo i costi e snellendo iter e procedure spesso macchinosi e inefficaci.
Infine, il digitale va inteso come motore di innovazione per promuovere una reale forza competitiva, sviluppando nuove dinamiche di business e valorizzando tutte le potenzialità del nostro tessuto economico (dalle grandi aziende, alle nostre Pmi, alle start up, fino alla Pubblica amministrazione). Compito prioritario del governo sarà quello di dare una “dimensione legislativa” all’Agenda digitale, in modo da poter definire un piano strategico di stanziamenti a tre anni e avviare cantieri progettuali, concentrando gli sforzi su scuola, sanità e giustizia.