Verizon punta a Yahoo!. E presenta un’offerta da 3 miliardi di dollari per le attività Internet del motore di ricerca. Giunti al secondo round di offerte, Verizon conferma quindi il proprio interesse: ”abbiamo bisogno di audience, e Yahoo! ha un vasto pubblico” afferma Francis Shammo, Chief financial officer di Verizon.
La strada però è ancora lunga. Yahoo! terrà almeno un terzo round di offerte, e al momento non è chiaro neanche chi abbia partecipato alla seconda al di là di Verizon e la società di private equity Tpg. L’interesse iniziale per Yahoo!, infatti, si sarebbe raffreddato da parte di diverse società dopo una delle presentazionidel ceo Marissa Mayer. Le slide di Mayer avrebbero tracciato un quadro più negativo delle attese sul fronte pubblicitario, scoraggiando alcuni papabili acquirenti. Nessuna informazione per ora su un’eventuale partecipazione di Dan Gilbert, il fondatore di Quicken Loans, appoggiato da Warren Buffett.
Verizon nella sua offerta ha precisato di essere interessata solo ad alcune attività di Yahoo!. I brevetti e gli immobili di Sunnyvale non sarebbero nel mirino del colosso delle telecomunicazioni, interessato a rafforzarsi nell’online. Una spinta in questo senso Verizon l’ha già impressa lo scorso anno, acquistando Aol per 4,4 miliardi di dollari. L’acquisizione di Yahoo! consentirebbe a Verizon di far unire le sue attività con quelle di Aol, creando un possibile protagonista del mercato pubblicitario digitale con più di un miliardo di utenti al mese. Nell’offerta Verzion si sarebbe detta disponibile a pagare di più o di meno le attività internet di Yahoo! a seconda della decisione del motore di ricerca di far fronte o meno alle liquidazioni dei dipendenti che dovranno lasciare in seguito all’operazione.
A guardare con interesse alla transazione è Mayer che incasserebbe 55 milioni di dollari nel caso in cui la vendita della società si traducesse in una sua uscita senza una buona causa. Mayer in questo caso riceverebbe titoli e opzioni dal valore di 52 milioni di dollari e 3 milioni di dollari fra contanti e benefit. Una cifra elevata per un amministratore delegato che ha “deluso”: il suo arrivo nel 2012 era stato accolto come un trionfo, L’ex veterana di Google era considerata come la svolta per Yahoo!. Una svolta però che non è arrivata, fino a rendere gli azionisti così impazienti da aumentare la pressione sui vertici fino all’avvio del processo di vendita.
Intanto Yahoo ha lanciato un’asta di circa tre mila brevetti. Lo scrive il Wall Street Journal, secondo cui nelle ultime settimane il gruppo californiano già alle prese con la ricerca di un acquirente del suo core business ha inviato lettere a potenziali interessati. Il quotidiano finanziario spiega che Yahoo potrebbe rastrellare dalla vendita circa 1 miliardo di dollari ma c’è chi fa notare che il calcolo del valore di brevetti non è una scienza esatta. Molto dipende dalla competizione per accaparrarseli.
Lo dimostra la guerra dei brevetti che c’è stata nel 2011. Allora Nortel Networks aveva venduto brevetti per tecnologia wireless per 4,5 miliardi di dollari. L’ex Google (ora Alphabet) aveva messo sul piatto 900 milioni di dollari circa ma alla fine ebbe la meglio il cosiddetto “consorzio rockstar” capitanato da Apple e di cui facevano parte anche Microsoft, BlackBerry, Emc e Sony. E quando Kodak mise in vendita un ampio portafoglio di brevetti contando di portare a casa valutazioni simili a quelle di Nortel, la musica fu diversa: alla fine incassò 525 milioni di dollari.
Quanto a Yahoo, i brevetti in vendita risalgono ai tempi dell’Ipo dell’azienda del 1996 e includono la tecnologia per la ricerca su Internet. Secondo il Wsj, la scadenza fissata per ricevere offerte preliminari è metà giugno. Un portavoce di Yahoo ha confermato quella che “rappresenta una opportunità unica per gruppi che operano nel settore Internet per acquisire alcuni dei brevetti più pioneristici legati alla ricerca e alla pubblicità su web”.