I CONTI

Verizon, trimestrale deludente. Torna a traballare l’accordo con Yahoo

Ricavi e profitti in calo dopo sei anni di crescita. Ora la telco potrebbe chiedere di rivedere al ribasso il prezzo dell’acquisizione delle attività core di Yahoo. Anche a causa dei danni dell’ultimo cybercattacco subito dalla società di Marissa Meyer

Pubblicato il 20 Ott 2016

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Verizon Communications potrebbe presto chiedere a Yahoo di rinegoziare al ribasso il prezzo accordato lo scorso luglio con per l’acquisizione degli asset core come Yahoo Sport, Yahoo Notizie e Yahoo Finanza, ma anche del motore di ricerca omonimo, del servizio di email, della piattaforma per immagini Flickr e del blog Tumblr. L’appiglio per ridiscutere l’accordo è l’attacco hacker “estremamente grande” subito da Yahoo a fine 2014, che avrebbe danneggiato 500 milioni di utenti, e di cui la società di Marissa Mayer ha dato notizia soltanto il 22 settembre, quando l’intesa era già chiusa. Il più grande gruppo americano delle telecomunicazioni ha fatto dunque capire di volere uno sconto sul valore della transazione pattuita e pari a 4,8 miliardi di dollari.

Nella conference call a commento dei conti, il direttore finanziario di Verizon ha spiegato che ci vorrà “un processo lungo” per capire l’impatto dell’intrusione dei pirati informatici. Ma le divergenze sul prezzo rischiano di posticipare la chiusura dell’operazione, originariamente attesa all’inizio del 2017.

Quanto ai conti, nel trimestre chiuso lo scorso settembre Verizon ha registrato ricavi in calo per la seconda volta di fila dopo sei anni di crescita: il fatturato è calato del 6,7% a 30,94 miliardi di dollari, sotto le attese per 31,09 miliardi. I profitti sono stati di 3,6 miliardi, in calo dai 4 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno.

Verizon ha confermato le stime sugli utili per l’anno fiscale 2016, che dovrebbero essere invariati rispetto al 2015 (escludendo l’effetto pari a 7 centesimi per azione di uno sciopero che la scorsa primavera aveva spinto i dipendenti a incrociare le braccia per sette settimane). Il gruppo ha perso 36.000 abbonati contro i 430.000 conquistati nello stesso trimestre del 2015, segno della competizione crescente da parte di Sprint e T-Mobile. Il direttore finanziario ha spiegato quest’ultimo risultato in parte con i richiami voluti dalla sudcoreana Samsung del modello di smartphone Galaxy Note 7, le cui batterie rischiavano di surriscaldarsi e incendiarsi.

“Avevamo iniziato davvero bene con il Note 7“, ha spiegato Shammo, “ma poi sfortunatamente c’è stato un richiamo totale del telefono che ha indubbiamente avuto un impatto sulla nostra crescita perché storicamente Verizon è sempre stato il leader numero uno nei telefoni di alta gamma a marchio Samsung”.

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