Viaggia, mangia e spendi (di più). Il turista digitale del Bel Paese

Il peso del web nel mercato complessivo del turismo passa dal 17% al 19%. Allo studio nuovi comportamenti e nuove modalità d’acquisto

Pubblicato il 31 Ott 2015

turismo-151021164537

Più di 51 miliardi vale il turismo sul suolo nazionale. È questa la cifra che toccherà a fine anno la spesa di turisti italiani e stranieri per le diverse località del Bel Paese. Strutture ricettive, mezzi di trasporto e “pacchetti viaggio” valgono circa il 3% del PIL. Poco? Tanto?

Forse si potrebbe fare di più, perché l’impressione è di avere tra le mani una Formula 1, impiegata su un terreno accidentato. Tuttavia, nonostante la crisi, il settore stacca un +3% rispetto all’anno precedente, in cui la “parte del leone” è recitata dalla componente digitale che, con i suoi 9,5 miliardi di euro, cresce dell’11% rispetto alla modalità tradizionale di prenotazione, che si limita a un +1%. Tra il serio e il faceto è utile sottolineare che, neonati compresi, il debito pro-capite ha raggiunto circa 36 mila euro, mentre la spesa individuale di ogni cittadino italiano, ripartendo i 32 miliardi spesi per fare turismo in Italia e all’estero, vale poco più di 500 euro.

Come dire: con un fardello così pesante, almeno una “vacanzina” ciascuno se la merita. Naturalmente, neonati compresi! L’alfabetizzazione informatica, almeno quella legata al variegato mondo turistico – perché quella business “picchia in testa” – sembra dare i suoi frutti. “Il peso del digitale nel mercato complessivo del turismo – afferma Filippo Renga, direttore dell’Osservatorio Innovazione digitale nel Turismo della School of Management del Politecnico di Milano – passa dal 17% del 2014 al 19% previsto per il 2015. Per questo motivo ci siamo concentrati proprio su questa fetta di mercato, per cercare di comprenderne le dinamiche, analizzando i comportamenti dei turisti digitali”. I già citati 9,5 miliardi di euro sono per l’80% attribuibili a Italiani che viaggiano in Italia o all’estero. Il restante 20% è il cosiddetto incoming, cioè lo straniero che viene ad ammirare le bellezze e a degustare le bontà patrie.

Dove si concentrano, però, i maggiori valori del turismo digitale? Il 16% remunera le strutture ricettive (NdA: alberghi, villaggi, agriturismo, …), il 12% i cosiddetti “pacchetti” – viaggio, alloggio e servizi accessori – e il 72% i trasporti. Se tra le strutture ricettive gli alberghi assorbono il 70% della spesa del turista digitale, gli aerei sfiorano l’80% tra i mezzi di trasporto. Quali le differenze tra gli acquisti turistici online e quelli al difuori del canale web? “Il focus effettuato sulle OTA (NdA: Online Travel Agency) – prosegue Renga – rivela che lo scontrino medio per singola persona è di 322 euro, in crescita del 4% rispetto al 2014. Se confrontiamo i “pacchetti” delle OTA e quelli dei Tour Operator tradizionali, ancora poco inclini all’uso del digitale, parliamo di una media di 925 euro contro poco meno di 1.000 euro. Una differenza, quindi, di circa il 6-7%.

Le differenze più significative, in verità, riguardano anche i tempi di prenotazione. Il turista online prenota, nel 65% dei casi, a meno di un mese dalla partenza, contro una percentuale del 40% per coloro che si rivolgono a un Tour Operator. Non è nemmeno da trascurare il fatto che con il canale digitale il turismo sembra prossimo alla destagionalizzazione. La distribuzione delle prenotazioni, infatti, passa dal minimo del 6% a novembre al massimo di luglio del 10%. Nel caso dei Tour Operator, invece, si va dal 3% di novembre ai massimi del 13% nel trimestre maggio-luglio”.

La tecnologia, indubbiamente, sviluppa nuovi comportamenti e nuove modalità di acquisto. Poco meno di 1,5 miliardi di prenotazioni transitano da smartphone e tablet. Il turista digitale italiano è attivo su internet in quasi tutte le fasi principali del suo percorso: dalla ricerca delle informazioni preliminari (88%) alla prenotazione (82%), dall’uso di applicazioni durante il viaggio (86%) alle attività digitali svolte nel post-viaggio (61%).

Quali le motivazioni che spingono maggiormente verso l’agenzia tradizionale o il canale online? Chi si reca in agenzia, desidera più sicurezza (49%) ed è convinto di ottenere offerte migliori (32%). Le agenzie “fisiche”, sono pronte per il digitale? Quasi 800 hanno partecipato all’indagine dell’Osservatorio, rivelando un ampio utilizzo di strumenti digitali per la promozione, la ricerca di destinazioni, l’assistenza durante e nel post-viaggio. Gli stessi agenti ritengono indispensabile investire nel tempo dedicato all’assistenza al cliente durante e dopo il viaggio, per distinguersi dal canale online, soprattutto quando gli strumenti digitali saranno largamente diffusi.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati