Storytelling e oustream sono i fattore chiave per il successo del video advertising. A dirlo lo studio “Once upon a Time, Storytelling Luxury Brands in the Video Age” effettuato da Teads Labs che ha analizzato 2689 video di 46 brand del lusso, studiando, su base giornaliera, le informazioni per determinare quelli più visti e condivisi.
Lo studio ha rivelato che gli utenti online vogliono conoscere: la storia del brand, come il loro prodotto è stato disegnato e in quale situazione è meglio utilizzarlo. Il tutto rimanda alle famose 5 W che rappresentano il segreto del successo delle più importanti notizie nella storia del giornalismo. Lo “Story telling” è, dunque, la base della miglior strategia di video online. Il digital video possiede la capacità di guidare le emozioni ed ha un alto potere evocativo che permette ai brand di andare oltre lo standard di un banner tradizionale.
“I brand del lusso creano contenuti ricchi e di eccezionale qualità – spiega Rachid Ait Addi, responsabile del reparto lusso di Teads – Prima di adesso, le soluzioni per gli annunci pubblicitari online non sono mai riuscite a dare la libertà ai brand di esprimersi nel modo più compatibile con la loro immagine. Grazie alle soluzioni di video outstream tutto ciò è cambiato”.
Marshall McLuhan d’altronde aveva rivelato che i video pubblicitari sono la migliore forma d’arte del ventesimo secolo. Il video pubblicitario outstream, oggi può rappresentare un valore aggiunto per l’esperienza di navigazione degli utenti, inoltre, è un contenuto di prestigio per ottimizzare le necessità di monetizzazione per i publisher e una nuova strada per i brand del lusso per reinventare la propria strategia di comunicazione attraverso i digital media.
Secondo eMarketer la spesa in video pubblicitari negli Usa raggiungerà 9.59 miliardi di dollari alla fine del 2016. Invesp, invece, afferma che il 74% del traffico totale su Internet verrà dal segmento del video nel 2017 e McKinsey ha rivelato che il 44% delle vendite nel settore del lusso (101 miliardi dollari) è stato influenzato dall’esperienza digitale nel 2013.