Video digitali su dispositivi mobili, sarà un’avventura dal lieto fine scontato? No: non solo per questioni tecniche, ma soprattutto dovute al modello di business. Lo spiega il libro “The evolution of broadcast content distribution” di Roland Beutler, esperto di Fisica matematica e consulente per le frequenze per l’emittente tedesca Swr e per la European broadcasting union (Ebu). Per Beutler la chiave sta nel fatto che “le emittenti pubbliche devono rispondere a precisi requisiti, tra cui la distribuzione free to air (in libera visione), una rete standalone senza elementi unicast, e apparecchi receive-only”, nota l’autore. “Anche le reti free to air sui terminali mobili sono un cambio culturale notevole, perché richiedono la creazione di nuovi modelli di business in cui i guadagni sono generati dalla relazione col fornitore del contenuto e non più dall’abbonamento.
Abilitare modelli di business fruttuosi per tutte le parti interessate è secondo Beutler la chiave per il successo della mobile Tv. Analizzando le possibili relazioni di business tra broadcaster e Mno l’autore sottolinea che dare supporto a un servizio broadcast in libera visione non implica necessariamente che l’operatore di rete mobile lo faccia gratis. I dibattiti in ambito 3GPP hanno mostrato che c’è la possibilità di arrivare ad accordi commerciali “promettenti tra broadcaster e Mno” e che questo potrebbe essere un forte stimolo ad adottare specifiche tecniche che abilitino tali relazioni d’affari, molto più che mere discussioni tecniche su prestazioni ed efficienza.
Un tema chiave è quello del costo della distribuzione per le emittenti: i broadcaster stimano che potranno essere 10 volte maggiori su una rete Lte rispetto alla Tv digitale terrestre; al contrario i produttori di terminali mobili calcolano che i due costi siano equivalenti.
Beutler riconosce i benefici generati da un facile accesso ai contenuti delle emittenti pubbliche su smartphone e tablet e invita i broadcaster a partecipare attivamente al dibattito in corso nell’industria e nei gruppi preposti alla definizione degli standard in modo da dire la loro sul futuro dei canali di distribuzione video: sarebbe un grave errore strategico, sostiene Beutler, se le emittenti pubbliche trascurassero l’importanza di difendere il proprio ruolo sul mercato della distribuzione.
“I broadcaster sono abituati a fare la parte del leone nella fornitura di programmi radio e Tv”, si legge nel libro, ma sarebbe “una catastrofe” convincersi che il ruolo storico garantisca un posizionamento analogo nell’era di Internet: “Allora erano i player principali su un mercato della distribuzione chiuso o comunque limitato. Ora la loro rete di sicurezza non esiste più”.