Decolla la domanda di sviluppatori di videogame. Lo scrive il
Corriere della Sera, precisando che in Europa al momento ci sono
oltre 500 nuove opportunità di lavoro nel settore gaming,
alimentate da un nutrito gruppo di aziende del settore, fra cui
diverse italiane.
In particolare, la francese Ubisoft cerca 487 persone,
prevalentemente in Canada, Francia e Germania, ma anche in Italia
dove il big del gaming cerca 3D animator, 3D e 2D grafic artist,
sfx artist, technical director,, game designer, menu e interface
manager, programmatori, network programmer, game play programmet
(www.job-ubisoft.com).
Per quanto riguarda le realtà italiane, Double Jungle cerca 5
risorse, da inserire entro fine anno fra programmatori, grafici,
designer (www.doublejungle.com). Anche Milestone cerca 5
programmatori esperti in videogiochi di diverso profilo: logica di
gioco, grafica, online, ricerca e sviluppo. Posizioni aperte anche
per un grafico specializzato nella costruzione di piste, visto che
l’azienda sviluppa videogiochi in ambito racing
(www.milestone.it).
Geniaware cerca 5 risorse: senior producer, programmatore gameplay,
programmatore console e artisti 3D (www.geniaware.com).
Infine, Forge Reply, recente acqusizione del gruppo Reply, cerca 10
programmatori dai diversi profili oltre a designer e artisti 2D
(www.reply.it).
Aesvi: Giro d'affari di 1,1 miliardi di euro, 20
milioni di pezzi venduti
Il settore dei videogiochi è immune dalla crisi e continua ad
alimentare il mercato del lavoro. Il giro di affari, nel 2010, è
stato sopra 1,1 miliardi per il terzo anno consecutivo, con oltre
20 milioni di pezzi venduti tra hardware e software. E le figure
professionali richieste vanno dal game producer, al game designer,
game programmer e game artist. "Il mercato dei videogiochi –
dice a Labitalia Thalita Malagò, segretario generale Aesvi,
Associazione editori software videoludico italiana – offre molte
possibilità di business. E' in forte espansione e negli ultimi
anni l'offerta di lavoro è cresciuta molto in tutti gli anelli
della catena del valore".
"Negli ultimi anni – ricorda – i più importanti editori
multinazionali hanno aperto delle filiali locali nel nostro paese,
creando opportunità di impiego in vari campi, dal marketing alla
localizzazione, dall'amministrazione alla finanza alle vendite.
Se a ciò si aggiunge che il pubblico del videogioco si sta sempre
più allargando, dai giocatori occasionali, fino alle famiglie, si
comprende quanto il settore rappresenti uno sbocco professionale
certo".
Esiste però il problema di trovare personale competente. "La
maggiore difficoltà – osserva Malagò – riguarda il reperimento di
risorse nel campo dello sviluppo e della produzione di videogiochi,
dove sono necessarie competenze altamente specializzate, e per le
quali stanno iniziando a nascere nel nostro paese percorsi
formativi adeguati".
"Diversi atenei italiani – aggiunge il segretario generale
Aesvi- hanno iniziato a sperimentare corsi e master dedicati al
digital entertainment, ma c'è sicuramente ancora molto lavoro
da fare in questo ambito, soprattutto se ci confrontiamo con
l'esperienza di altri paesi".
"Quello che cerchiamo – rimarca – è la qualità dei percorsi
formativi e non la quantità dei corsi organizzati. Quello che
chiediamo è un percorso di qualità, capace di offrire non solo la
possibilità di trovare un impiego, ma di fare impresa".
L'Aesvi ha da poco realizzato un programma per sviluppatori di
videogioco.