LA RISORSE

Videogiochi, via al fondo da 4 milioni: entra (quasi) nel vivo il First Playable Fund

In Gazzetta ufficiale i requisiti per l’accesso alle agevolazioni. Finanziamento a fondo perduto per il 50% delle spese sostenute nelle fasi di concezione e pre-produzione dei prototipi. Il sottosegretario Liuzzi: “Passo concreto a favore dell’industria creativa italiana”. Prossimo step il bando del Mise

Pubblicato il 09 Feb 2021

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Pubblicato in Gazzetta ufficiale il First Playable Fund, il fondo di 4 milioni di euro per l’industria dei videogiochi. Per accedere alle agevolazioni manca solo il bando del Ministero dello Sviluppo economico.

Dopo un lungo iter legislativo “l’intrattenimento digitale rientra a tutti gli effetti tra le politiche industriali digitali del Paese” commenta il Sottosegretario allo Sviluppo Economico Mirella Liuzzi, in una nota a commento della misura che introduce un sostegno alle società con sede legale in Italia che intendono realizzare prototipi di videogiochi destinati alla distribuzione commerciale.

Il Decreto ministeriale di attuazione della norma introdotta nel Dl Rilancio prevede misure di finanziamento a fondo perduto per il 50% delle spese sostenute nelle fasi di concezione e pre-produzione, come ad esempio costi per hardware, software e professionalità coinvolte.

Spinta all’industria creativa italiana

“Si tratta del primo intervento mirato in Italia per sostenere il settore dei videogiochi, così come già fatto in altri paesi europei – dice Liuzzi -. Un passo importante che ci auguriamo possa contribuire a sostenere l’industria creativa italiana e un settore dalle grandi prospettive, votato all’innovazione e all’aggiornamento ciclico e con una preziosa componente fatta di talento e sapiente artigianalità”.

Cosa prevede il decreto

In particolare possono  beneficiare  delle  agevolazioni  le imprese che, alla data di presentazione della  domanda  di agevolazione svolgono,  in  via  prevalente,  l’attività  economica di Edizione  di  software  o  Produzione  di  software, consulenza informatica e attività connesse; che hanno sede legale nello Spazio economico europeo; che sono soggette a tassazione in Italia per  effetto  della  loro residenza fiscale, ovvero per la presenza di una sede operativa in Italia, cui sia riconducibile il prototipo di cui all’art. 6.

Ancora, possono concorrere le società che hanno un capitale sociale  minimo  interamente  versato  e  un patrimonio netto non inferiori a diecimila euro,  sia nel  caso  di imprese costituite sotto forma di società di capitali, sia nel  caso di imprese individuali di produzione che di imprese costituite  sotto forma di società di persone; che sono  regolarmente  costituite  e  iscritte come attive nel registro delle imprese della  Camera  di  commercio  territorialmente competente; che sono nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non sono in  liquidazione  volontaria e non  sono  sottoposte a procedure concorsuali con finalità liquidatorie; che garantiscono, nel caso  in  cui  si  operi  anche  in  settori diversi o si esercitino anche altre attività escluse  dal  campo  di applicazione del regolamento de minimis, con mezzi adeguati quali  la separazione delle attività o la  distinzione dei  costi,  che le predette attività esercitate nei settori esclusi non beneficiano di aiuti concessi a norma del regolamento de minimis.

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