Novecento milioni di dollari accantonati nel terzo trimestre 2015 per coprire eventuali perdite legate a un’indagine sulle sue attività in Uzbekistan, avviate dalla Securities and Exchange Commission (Sec), la Consob degli Stati Uniti, dal dipartimento di Giustizia Usa e dall’Openbaar Ministerie olandese (organo della pubblica accusa nel Paese). E’ la decisione di VimpelCom, il colosso internazionale della telefonia che controlla Wind ed è il terzo operatore di telecomunicazioni in Russia.
Le inchieste in corso riguardano le attività di Vimpelcom in Uzbekistan e i precedenti accordi con Takilant. In particolare gli inquirenti cercano di stabilire se Vimpelcom abbia effettuato dei pagamenti illegali alla Takilant per assicurarsi delle licenze in Uzbekistan. Già a febbraio Vimpelcom aveva avviato delle valutazioni sulle potenziali esposizioni correlate a queste indagini. Non vi sono comunque certezze al momento sugli eventuali costi o sul termine delle inchieste
VimpelCom non è la prima società ad aver problemi in Uzbekistan, come dimostrato dalle indagini delle autorità svedesi su TeliaSonera per presunte tangenti e dalla confisca dei beni di Mobile TeleSystems.