Sono finiti pubblicamente online i dati di 32 milioni di infedeli sui 37 milioni di iscritti al portale Ashely Madison, specializzato in incontri “clandestini”. L’operazione è a firma del gruppo di hacker Impact Team che dopo aver preso di mira, un mese fa, i server di Avid Life Media Inc. l’azienda proprietaria della piattaforma, ha pubblicato tutti i dati in proprio possesso come annunciato.
Gli hacker avevano motivato l’attacco appellandosi al mancato rispetto della privacy proprio da parte del portale e anche del sito consociato Established Men: secondo Impact Team sarebbe impossibile “cancellarsi” definitivamente dalla piattaforme nonostante i 19 dollari chiesti dall’azienda. Di qui la richiesta di oscurare i due portali, pena la pubblicazione dei dati trafugati. Detto, fatto. L’azienda ha continuato sulla sua strada e a ultimatum scaduto Impact Team ha riversato sul web migliaia di informazioni. Ci sono indirizzi e-mail, ma anche nomi e cognomi, numeri di carte di credito, informazioni anagrafiche e persino gusti e preferenze per un totale di 9,7 Gb di informazioni.
È se è vero che per accedere all’enorme “dossier” è necessario un software di crittografia è anche vero, come spiegano gli stessi autori dell’attacco, che procurarsene uno direttamente online è piuttosto semplice.
Stando alle prime informazioni ammonterebbero a circa 15mila le e-mail che fanno capo a pubbliche amministrazioni. E spuntano anche i nomi noti, come ad esempio Tony Blair, ma vero è che sono molte le “false” identità, specialmente per non farsi scoprire. Sempre da quanto emerge il 90-95% degli iscritti risultano uomini e sarebbero parecchi i “fake” femminili. Oltre al danno la beffa, fa notare il gruppo di cyber criminali in una nota pubblicata insieme con i dati e indirizzata a mogli e fidanzate invitandole a controllare se i propri compagni siano in lista: “E’ possibile che il tuo uomo si sia iscritto al più grande sito di tradimenti al mondo ma non sia mai riuscito a metterne in pratica uno. Ci ha solo provato, ammesso che ciò faccia la differenza”.