Dopo Xavier Niel tocca ai vertici di Vivendi essere sentiti in Consob su Telecom. L’appuntamento per l’Ad Arnaud de Pouyfontaine è fissato lunedì prossimo, 16 novembre. Prima di quella data (entro domenica) il gruppo francese dovrà decidere se chiedere di integrare l’ordine del giorno dell’assemblea, convocata per il 15 dicembre sulla conversione delle azioni risparmio, per chiedere di allargare il Cda ai propri rappresentanti.
Fino al blitz di Niel, arrivato a detenere una quota del 15% in derivati, e alla mossa, giovedì scorso, del Cda presieduto da Giuseppe Recchi di convertire le azioni, Vivendi, azionista col 20%, non intendeva forzare la mano: l’idea era di aspettare l’assemblea di bilancio della prossima primavera (mentre il consiglio scadrà nel 2017)
Ma lo scenario è cambiato e si è aperta una finestra, l’assemblea del mese prossimo, che consente di far votare (lo può chiedere ogni socio con in mano almeno il 2,5% del capitale) l’ingresso di nomi nuovi nel board. Così da contare nel consiglio di amministrazione, al di là del dialogo avviato coi vertici di Telecom, senza attendere mesi. Al momento nel Cda siedono in 13 e il numero massimo degli amministratori è fissato in 19. Ma è da escludere che il gruppo media presieduto da Vincent Bolloré voglia occupare tutti i posti liberi.
Chiarimenti e spiegazioni saranno comunque forniti alla Consob, che martedì scorso ha già sentito Niel e gli ha imposto di fornire tutte le informazioni sulla natura della quota e sulle sue intenzioni. Non è invece noto se l’imprenditore francese abbia in mano azioni di risparmio, cosa peraltro smentita da Vivendi.
“Noi stiamo lavorando perché il mercato abbia tutte le notizie”, ha sottolineato il presidente di Consob, Giuseppe Vegas. Quanto poi all’adeguatezza dell’attuale normativa sull’aggiornamento delle soglie rilevanti, che non riguarda le azioni di risparmio, Vegas ha ricordato che “la ratio delle comunicazioni è che bisogna sapere chi ha la maggioranza e chi vota in assemblea. E le risparmio non votano. Nel momento della conversione si saprà” chi nel caso ha influenza sul mercato.
”Niente, non c’è ancora nulla”, ha intanto detto il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella sulle richieste di informazioni a Telecom e a Niel. C’è infine da registrare che per lo meno non è in arrivo un terzo socio francese. L’ad di Altice, Dexter Goei, ha indicato che il gruppo di Patrick Drahi ha guardato a Telecom negli anni scorsi ma l’azienda italiana non è nell’attuale lista dei possibili investimenti.