La virtualizzazione cresce ed esce dal data center, ibridandolo con i servizi di cloud computing. A Barcellona, nel corso della sesta edizione del VMWorld europeo, l’evento organizzato da VMware per riunire clienti, prospect e partner (il costo di un biglietto è fino a 1.625 euro), VMware ha rilanciato gli annunci di agosto a San Francisco. Se in California la chiave di lettura era l’estensione della virtualizzazione dal singolo server a tutto il data center, per passare dalla gestione (lenta e laboriosa) all’automazione via software del sistema e alla creazione di forme di cloud ibride tra cloud privato dell’azienda e fornitura del servizio da parte di VMware e dei suoi partner, il messaggio dalla penisola iberica è più specifico.
WMware sta infatti cercando di far transitare i suoi clienti nei paesi più maturi (Usa, parte dell’Asia ed Europa occidentale) verso il terzo livello delle sue tecnologie, il software defined data center e l’hybrid cloud. Quindi: arriva l’offerta dei servizi di cloud ibrido anche in Europa e si potenziano gli strumenti di automazione del centro-dati, oltre a sviluppare la suite Horizon, che permette al dipartimento IT di un’azienda di automatizzare tutto il centro dati e di fornire ai proprio “clienti interni” qualsiasi tipo di servizio. Per completare l’offerta, VMware ha effettuato anche una piccola acquisizione di tecnologia, Desktone, che si occupa di fornire ambienti di lavoro personale come servizi dal cloud.
“L’obiettivo di VMware – dice il Ceo di VMware, Pat Gelsinger – è di estendere la virtualizzazione a tutto l’IT”. Un obiettivo, per l’azienda quotata in Borsa dal 2007 e controllata da Emc dal 2004, non impossibile. VMware nel 2012 ha fatturato 4,61 miliardi di dollari con mezzo milione di clienti e 55mila partner commerciali. È considerata la “Svizzera” della virtualizzazione, perché le sue tecnologie sono adatte a tutti e perché è universalmente utilizzata: “Dalla fine del 2009 – dice al Corriere delle Comunicazioni Alberto Bullani, Ad per l’Italia – quando i server virtuali installati hanno sorpassato i server fisici, oggi sono il 65% circa, l’80% dei carichi di lavoro è di VMware. Abbiamo esperienza e le aziende hanno fiducia in noi”.
Il business di VMware in Italia cresce più velocemente del mercato, non è più legato alla crescita della vendita di server fisici. L’unico limite, dice Bullani, si vedrà nella seconda metà del 2014 quando arriveranno i servizi di Hybrid Cloud: il digital divide nostrano, con la banda larga che arriva poco e male in molti distretti industriali: “Anche se vengono posati sempre più cavi”. La strategia di VMware si estende lungo due direttrici: da est a ovest per il data center (computing, networking, storage) e da nord a sud per la gestione (dalla gestione tradizionale all’automazione completa via software). Lo spiega Maurizio Carli, il manager a capo dell’area Emea, che analizza le dinamiche europee: “Nel complesso cresciamo meno dell’area Asia-Pacifico, ma c’è da distinguere: i paesi dell’Europa dell’Est e la Russia, oltre al Medio Oriente, sono ancora in fase di sviluppo della virtualizzazione interna ai server. L’Europa occidentale ha superato la fase di messa in comune del pool di risorse di un data center ed è pronta per il cloud”.
La scelta di andare verso il cloud è logica ma è stata discussa, perché porta VMware ad uscire dal suo ruolo di fornitore di tecnologie per diventare un fornitore di servizi. Cosa questa che comporta la perdita di neutralità, il suo ruolo di “Svizzera”: “Siamo convinti di due cose – dice Carli -: il 20% dei carichi di lavoro andrà nel cloud, ma le aziende non vorranno mettere tutto nel cloud pubblico. Quindi, offriamo una soluzione di cloud ibrido che permette di trasferire i carichi di lavoro in maniera semplice, questo è il nostro fattore differenziante. Non facciamo noi i data center del cloud, lavoriamo con i nostri partner, rimaniamo aperti alla collaborazione con tutti”. L’approccio di VMware al mercato in questo è coerente: da una posizione di quasi monopolio della virtualizzazione ha scelto di aprire alle terze parti, e di non arroccarsi attorno alle tecnologie della casa madre Emc. Adesso il mercato dirà se basterà a differenziarla dagli altri fornitori di queste soluzioni come Amazon e Microsoft.