Vodafone è in cerca di nuovi asset di rete fissa come complemento alle sue attività mobili: lo ha detto il chief executive Vittorio Colao intervenendo alla conferenza annuale di Morgan Stanley su Tlc, tecnologie e media (Technology, Media and Telecoms Conference) a Barcellona. “Non è un segreto che al prezzo giusto saremmo interessati a prendere altri asset fissi”, ha dichiarato Colao.
Il Ceo di Vodafone ha aggiunto che l’Italia è uno dei primi Paesi dove la telco si guarda intorno in cerca di opportunità, ma ha ribadito che un eventuale accordo dovrebbe essere “al giusto prezzo”. Vodafone non ha invece rilasciato commenti sul possibile interesse per Fastweb, di cui il mercato ha parlato di recente, né per quello per Metroweb di cui si è vociferato in questi giorni.
Colao ha anche detto che potrebbe considerare la vendita di attività non-core, come quelle nella Repubblica Ceca, in Australia e Ungheria, ma sempre se si trova un deal conveniente. “Siamo aperti a varie opzioni, ma non abbiamo fretta o necessità di vendere”, ha ribadito Colao.
L’Italia è tra i mercati europei chiave per Vodafone, ma le revenues sono in calo sia a causa delle condizioni macroeconomiche sia per il calo di fiducia nei consumatori. “Siamo tutti presi dalla guerra dei prezzi”, ha detto Colao, sottolineando che l’Italia è un mercato “liquido”, cioè con molti clienti mobili prepagati che possono dunque aumentare o diminuire molto rapidamente. Colao è tuttavia convinto che i risultati in Italia possano migliorare presto se gli operatori telecom nel Paese riusciranno a stabilizzare il mercato con il giusto pricing.
Più complessa la situazione in Spagna, un mercato dove secondo Colao la ripresa per Vodafone sarà più lenta, anche se l’offerta quad-play che Vodafone ha introdotto (telefonia fissa e mobile, Internet su banda larga e Tv) grazie all’acquisizione dell’operatore del cavo Ono sta portando i suoi benefici.
Colao ha anche fatto notare che oggi le aziende telefoniche europee stanno cominciando a vendere Tv, telefonia e connessione Internet in pacchetti “tutto compreso”, ma la tentazione di usare questi “bundle” per ridurre ulteriormente i prezzi mette a rischio la redditività. Questo vale soprattutto su alcuni mercati, come la Spagna, dove le telco che hanno aggiunto nella loro offerta un nuovo servizio, per esempio il mobile, lo offrono a prezzi stracciati. “Il livello di redditività dipende dai diversi mercati”, ha detto Colao. “Spero non si segua l’esempio della Spagna, ma piuttosto di altri Paesi, come la Germania”. I pacchetti che uniscono telefonia fissa e mobile possono generare nuovo revenue per le telco come Vodafone, ma solo se sul mercato non ci sono “comportamenti anti-competitivi”, ha ammonito Colao.
A inizio mese Vodafone ha riportato un migliormento della sua performance su tutti i suoi principali mercati europei, nonostante un netto calo dell’utile nel suo primo semestre. In Italia e Spagna, le revenues del secondo trimestre sono scese del 9,7% e del 9,3% rispettivamente, meno che nei precedenti tre mesi (16% e 15%).
Da sei anni alla guida di Vodafone, Colao ha impresso una nuova direzione al business della telco britannica, vendendo una serie di asset più difficili da controllare, come la partecipazione in Verizon Wireless, e trasformando sempre più l’azienda da una pure-play della telefonia mobile a un provider telecom a tutto campo. Colao in Europa ha infatti spinto sulle acquisizioni di asset di rete fissa e avviato programmi di investimento, come Project Spring, per la banda larga, convinto che più servizi si traducono in più clienti e maggiori entrate. La sua concorrente britannica British Telecom ha comprato anche contenuti Tv (ha diritti esclusivi sui programmi sportivi in Uk) e molti analisti si sono chiesti se Vodafone sia disposta a seguire questa direzione, che richiede forti investimenti e non sempre ripaga. Su questo punto, Colao ha spiegato che Vodafone potrebbe essere interessata a comprare contenuti esclusivi per attrarre più clienti, ma l’operazione si potrebbe rivelare “costosa” e quindi è da mettere in cantiere più sul lungo periodo. “Al momento non credo sia necessario possedere contenuti esclusivi”, ha detto Colao. “Certo se i competitor cominceranno a farlo, diventerà necessario non restare fuori”.